Lazio, a Siviglia è la notte della speranza

Lazio, a Siviglia è la notte della speranza
di Emiliano Bernardini
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Mercoledì 20 Febbraio 2019, 07:30
 Da Genova a Siviglia. La Lazio si ritrova un po’ per caso sulla via di Cristoforo Colombo. L’avviso ai naviganti è chiaro: servirà un’impresa per strappare la qualificazione agli ottavi di Europa League. Il vento non soffia forte e le vele danno poca spinta, servirà remare tutti dalla stessa parte. Gli andalusi sono forti dell’1-0 conquistato sei giorni fa all’Olimpico e hanno dalla loro uno stadio rovente. Alle 18 più di 35 mila tifosi biancorossi riempiranno lo stadio che per i sostenitori del Siviglia è una sorta di cattedrale. Prima di entrare uno sguardo al murales che ricopre la facciata principale. Una sorta di richiamo per la buona sorte. Ironia del destino tra i vari scudetti presenti c’è anche quello con i colori della Lazio. 
TANTA RABBIA
E’ lo stadio delle grandi partite: dalla semifinale del Mundial ‘82 tra Germania Ovest e Francia alla finale di Champions del 1986 vinta dallo Steaua sul Barcellona. «Dicono che non ha rivali e che l’arte del suo calcio non ha rivali» le parole dell’inno del centenario. Insomma un clima infuocato che non aiuta di certo la Lazio che sta attraversando un momento delicatissimo della stagione. La sconfitta di domenica a Genova ha lasciato il segno, soprattutto sul morale. Inzaghi ha parlato molto con i suoi giocatori. Chiede una reazione immediata: «Siamo arrabbiati, perché a parer mio, domenica abbiamo fatto una buona partita. Ma le gare vanno chiuse. C’è rammarico per il risultato non per la prestazione. Genoa è alle spalle. Siamo qui per fare una grande partita. Le nostre possibilità ce le giochiamo al cento per cento. Tradotto vietato avere tentennamenti. O almeno è quello che il tecnico biancoceleste dice a parole. Nella sua testa frullano mille pensieri. L’Europa League resta un obiettivo stagionale ma nella classifica non è certo al primo posto. La qualificazione in Champions è quello principale. Poi c’è la Coppa Italia. 
DA COPPA A COPPA
Inutile negarlo perché la sfida di martedì prossimo contro il Milan assorbe tutti i pensieri di Inzaghi e dei giocatori. Non è un caso che si stia cercando di recuperare gli infortunati proprio in vista di questa gara. Ma come detto la Lazio è in ballo e deve ballare. «Servono due gol per passare. Serve una partita coraggiosa, personalità per giocare in uno stadio del genere. Bisogna pensare anche agli episodi, farli girare a favore nostro. Nonostante i cambi, l’emergenza, i moduli, bisogna fare la nostra partita. Poi la palla di cristallo non ce l’ha nessuno: con un cambio non si sa mai come potrà andare». 
SOGNO O INCUBO
Testa e tanta corsa. Queste le due armi che i biancocelesti dovranno usare per arginare l’onda lunga del siviglia. La squadra di Manchin vive di ripartenze a mille all’ora. Bisognerà mettere in conto che bloccarle tutte sarà impossibile. Ecco perché Inzaghi vorrebbe trovare un gol subito per poi alzare gli scudi. Anche il Siviglia non attraversa un buon momento, il ko per 3-0 di domenica contro il Villarreal ha lasciato molti strascichi polemici. Temono il fatto che i biancocelesti non hanno nulla da perdere. Andranno in campo con il solito 3-5-2 ma il tecnico degli andalusi più volte ha sottolineato di non fidarsi delle scelte della vigilia. Preparerà la gara in due modi diversi e promettendo una «notte magica come succede sempre in Europa con i nostri tifosi». La Lazio è pronta a trasformarsi da peggior incubo.
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