Da Treviso a Pescara: come cambia la geografia del basket italiano

Treviso torna in serie A
di Marino Petrelli
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Mercoledì 19 Giugno 2019, 21:48
Dopo la Fortitudo Bologna e la Virtus Roma, anche Treviso è promossa in Serie A. Le tre "regine" della Legadue hanno così rispettato il pronostico di inizio stagione che le vedeva super favorite per il ritorno nella massima serie. Non era facile confermare le attese, ce l'hanno fatta. Ultima, in ordine di tempo, Treviso Basket che ha espugnato Capo D'Orlando e chiuso la serie finale con un perentorio 3-0, dimostrando grande solidità di squadra e un Logan in più. Il "professore", scudettato con Sassari nel 2015, ha chiuso gara tre con 36 punti, 8/8 da due punti, 6/12 da tre, 5 assist. A quasi 37 primavere all'anagrafe. 

La vittoria di Treviso, ora targata De Longhi, è il coronamento di un'attesa lunga sette anni, da quando in quella triste estate del 2012 la famiglia Benetton aveva deciso di farsi da parte. Si è a lungo temuto che un ricchissimo patrimonio, fatto tra l'altro di cinque scudetti e otto coppe Italia e due Saporta Cup, potesse finire. La ripartenza lenta, dalla Promozione, poi la A2 Silver attraverso il titolo acquisito dal Corato Basket, domenica scorsa il ritorno nell'Olimpo del basket italiano. Che riparirà da 18 squadre e con molte piazze storiche. Un basket all'apparenza ricco, all'interno del quale realtà più piccole come Cremona e Brindisi sono "isole felici" grazie all'attento lavoro con gli sponsor e sul territorio. A Brindisi poi si parla finalmente anche di un nuovo palasport e questo non può che far bene all'intero movimento alle prese con impianti vecchi come il Taliercio, a Venezia, dove si decide uno scudetto senza l'aria condizionata.

LA LEGADUE: TORINO, CAPO E LE ALTRE
Il secondo campionato nazionale sarà ancora ricco di squadre importanti e blasonate, a cominciare da Torino, che rinasce grazie a Stefano Sardara, eclettico presidente della Dinamo Sassari, che ha deciso di spostare le attività della Academy Cagliari nel capoluogo piemontese. Bergamo, Montegranaro e la stessa Olandina sconfitta da Treviso saranno ancora squadre ambiziose. Roseto vuole continuare a lanciare i giovani in collaborazione con la Stella Azzurra Roma, Ravenna ripartirà in panchina da Massimo Cancelieri, per anni assistente alla Olimpia ma che non rientra nei piani di profondo rinnovamento imposto da patron Armani. 

A proposito di Milano, la Legadue abbraccia l'Urania neo promossa in A2 dopo anni di gavetta. Partita dall'oratorio di via Bonvesin de la Riva, zona Porta Vittoria, è arrivata in Serie B e ora la promozione in A2. Giocherà il prossimo anno al Palalido, ristrutturato e riconsegnato, con uno splendore tutto nuovo, alla città meneghina pochi giorni fa. Ma è pronta a fare un accordo Legnano, salvatasi ai play out, per rilevare sponsor, forse qualche giocatore e giocare alcune partite interne nel palasport legnanese. 

Dalla Serie B sono state promosse Orzinuovi, tornata dopo un solo anno di purgatorio, e la sorprendente Amatori Pescara. Singolare il caso della società che manca dalla Serie A da 33 anni. La squadra era stata sconfitta al primo turno di play off da Reggio Calabria, poi la Federazione ha escluso la squadra calabrese e i giocatori dell'Amatori, già in vacanza, sono ritornati ad allenarsi in tutta fretta, hanno giocato e vinto la semifinale contro Nardò,
battuto in finale la corazzata Salerno. Nella Final Four di Montecatini contro Milano è arrivata una sconfitta dovuta soprattutto alla maggiore esperienza della squadra meneghina. Poi l’ennesimo capolavoro: la vittoria e la promozione nello spareggio senza appello contro San Severo, la squadra che aveva dominato lo stesso girone dell’Amatori e che anche quest'anno vede sfumare la promozione, nonostante i notevoli investimenti fatti.

La geografia del basket italiano sta cambiando: Napoli cerca un titolo in Legadue, Siena e Reggio Calabria vorrebbero ripartire dalla Serie B con una wild card, Caserta ha ingaggiato Nando Gentile, un mito da quelle parti. Altre storiche realtà vogliono tornare in alto, ne vedremo delle belle.
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