Mannion, Moretti & Co., ecco il futuro dei talenti azzurri nella Ncaa chiusa per coronavirus

Davide Moretti
di Marino Petrelli
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Lunedì 30 Marzo 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 19:44
Il coronavirus atterra lo sport mondiale. Gli ultimi ad arrendersi sono stati Nba e Ncaa, il torneo universitario statunitense. Che, mai come quest’anno, ha avuto una pattuglia italiana così numerosa. E spesso anche decisiva. Cosa succederà ai tanti giovani talenti azzurri sparsi nelle varie università a stelle e strisce? A stagione chiusa in anticipo, a pochi giorni dall'inizio della "March Madness", abbiamo cercato di anticipare il loro futuro.

Nico Mannion ha compiuto 19 anni lo scorso 4 marzo e, per bocca del padre, non ha ancora deciso se dichiararsi eleggibile o meno. Ora che la stagione si è interrotta improvvisamente il bivio è alle porte. Lo spostamento del torneo pre olimpico può essere un alleato per il ragazzo nato a Siena. Il Draft, al momento, è previsto il 25 giugno, anche se la data rischia uno slittamento a luglio. E Mannion ad oggi sta perdendo posizioni. Sam Vecenie di The Athletic ha pubblicato un nuovo “mock draft” con l’analisi su tutte e 60 le scelte. Il figlio di Pace, visto vari anni in Italia e che a Cantù ha vinto una coppa Korac, è sceso al numero 27. Il famoso reporter spiega che ci sono diversi addetti ai lavori che non credono alle sue doti, soprattutto a causa delle difficoltà che ha mostrato nell’arrivare al ferro contro la difesa schierata. Nico ha chiuso in calando le sue percentuali: 12.9 punti e 4.3 assist, ma anche 2.8 perse, tirando con il 34 per cento dal campo ed il 29 per cento da tre. Se le sue quotazioni in ottica Draft dovessero continuare a calare, potrebbe diventare sempre più concreta l’ipotesi di un ritorno a Tucson e vestire ancora la maglia di Arizona. 


 
Discorso diverso per Davide Moretti che avrebbe potuto provare la strada dell’Nba già la passata stagione, quando alla fine di una stagione memorabile, ha portato i suoi Texas Tech alla finale Ncaa persa dopo un tempo supplementare contro Virginia. L’obiettivo per quest’anno era avere dei feedback dai workout e poi proseguire in base ai consigli degli scout: Ncaa o Europa, magari anche Italia, come ha dichiarato a www.basketballncaa.com qualche giorno fa. Aggiungendo: “Al momento non c’è nessuna squadra che mi ha contattato anche informalmente ed è giusto così, è un momento di tale confusione che non me l’aspetto nemmeno. Non escludo di fare l’ultimo anno con il mio college”. Tutto sospeso anche con la Nazionale, i rapporti con il giocatore li ha tenuti Salvatore Trainotti, general manager dell’Aquila Trento e dallo scorso settembre nominato Responsabile dello sviluppo del settore squadre nazionali maschili. “I colloqui che ho avuto a novembre scorso sono stati molto positivi con lui e tutti gli altri – ci ha raccontato lo stesso Trainotti di ritorno dalla positiva trasferta della Nazionale in Estonia a fine febbraio -. Quando metteremo insieme questa situazione, dove i giocatori hanno piacere di giocare per la Nazionale e la nazionale li potrà aiutare a crescere come uomini e giocatori, credo avremo raggiunto un ottimo obiettivo”. 

CORE BUSINESS IN ITALIA CON SGUARDO AGLI USA
 
Il contatto resta vivo, senza il pre olimpico a giugno ora si guarda alla stagione 2021 e il giocatore bolognese, 22 anni compiuti il 25 marzo, stesso giorno di Marco Belinelli, potrebbe diventare un grande protagonista.“Tantissimi ragazzi stanno crescendo negli Stati Uniti. Penso ai Moretti, ai Lever, ai Guglielmo Caruso, poi ci sono altri ragazzi che stanno emergendo come Woldetensae di Virginia (che ha tirato con il 47 per cento da tre in questi mesi al primo anno a Virginia, nda) – aveva detto Trainotti -. Questa è un’esperienza che tanti ragazzi italiani colgono, non vado a vedere se meglio o peggio di quella in Europa. Noi della nazionale dobbiamo essere bravi a scoutizzare tutte le situazioni internazionali per riuscire a raccogliere il massimo. Il nostro core business è ovviamente in Italia perché ci interessa innanzi tutto il nostro movimento interno ma in giro per il mondo ci sono tanti ragazzi, italiani a tutti gli effetti che hanno fatto un percorso diverso e ciò rappresenta per noi un ulteriore opportunità”. 
 
In rampa di lancio ci sono anche Alessandro Lever a Grand Canyon University che ha chiuso la (mezza) stagione a 15.7 punti e 6 rimbalzi. Il bolzanino ha ancora un anno di eleggibilità NCAA ed è naturale pensare che non debba aspettare un’altra stagione per avere mercato in Italia. Appena ha saputo che il suo nuovo allenatore sarà il grande Rick Pitino, in uscita dal Panathinaikos e vincitore della Ncaa nel 1996 con Kentuky e nel 2013 con Lousville, la sua risposta è stata semplicissima e chiara: “Rimarrò”. Guglielmo Caruso, passato da Napoli, da due anni a Santa Clara University. A gennaio viaggiava a oltre 11 punti e quasi sei rimbalzi in 21 minuti di utilizzo. 208 centimetri e buona presenza fisica, gioca in un college che puntava a finire bene la stagione. Crescerà ancora. Edoardo Del Cadia, marchigiano, classe 1999, al suo secondo anno a Central Florida in junior college, ha messo insieme 14,5 punti e 10 rimbalzi di media. E' quello che ha le chance più concrete di passare nella Division I della NCAA l’anno prossimo. Erik Czumbel, uscito dal vivaio dell’Aquila Trento, si è distinto a Texas San Antonio con quasi il 37 per cento da tre, ma ha ancora bisogno di affinare le sue potenzialità che dicono essere molte. 
 
PRONTI PER LA NCAA. BANCHERO E GLI ALTRI

Lorenzo Donadio ha chiuso a quota 20.1 punti di media durante l’anno da senior in high school a Boys’ Latin. Due anni fa in Serie B con la Stella Azzurra Roma tirava con il 28.3 da tre. E poi le doppie doppie, per punti e assist, di Gianmarco Arletti, che l’anno prossimo esordirà in NCAA con Delaware. Il bolognese ha chiuso con 16.3 punti, 5.5 rimbalzi e 6.8 assist nel suo ultimo anno di high school. Mattia da Campo, ex Stella Azzurra Roma, Micheal Anumba, ex Reggio Emilia, e Mattia Acunzo sono altri nomi che speriamo di sentire molto presto associati alla Nba. 
 
Last, but not least. Un altro sicuro protagonista in azzurro negli anni a venire sarà Paolo Banchero, classe 2002 di 207 centimetri per 105 chili. Un possibile crack del basket italiano, perchè il ragazzo nativo di Seattle è uno dei giocatori più ricercati dai migliori college per la prossima stagione NCAA. Banchero gioca per il liceo O’Dea High School, dove viaggiava a oltre 20 punti a partita, attirando l’attenzione di college come Duke, Kentucky, North Carolina, Kansas, Washington e Gonzaga. Banchero ha sposato il progetto azzurro e sta prendendo il passaporto italiano. "Tutto quello che potevamo fare lo abbiamo fatto, ovvero spiegare il progetto azzurro alla famiglia e al ragazzo e cercare di agevolare le pratiche burocratiche", ci dicono dalla Federbasket. Ora sta alla burocrazia degli Stati Uniti fare il resto, poi deciderà la Fiba se inserire il giocatore come "asteriscato", ovvero di formazione italiana, oppure passaportato, come adesso è Brooks e in futuro lo sarà Di Vincenzo, che tanto bene sta facendo con i Bucks.

Cambierebbe molto. Un lungo dal grande fisico, italiano a tutti gli effetti, libererebbe un posto tra i passaportati, in Nazionale è possibile schierarne soltanto uno, e può essere utilissimo in un ruolo in cui nel recente passato abbiamo sofferto. Ottime tra l'altro le sue doti tecniche, essendo capace di portare palla a terra con grande facilità e dotato anche di un buon tiro in sospensione. Ha compiuto 17 anni a dicembre, ha grandi margini di miglioramento. Il futuro dell’Italia sembra dunque roseo, il rinvio del torneo pre olimpico potrebbe a questo punto venirci incontro. E chissà che la fusione NBA-baby fenomeni non porterà qualche risultato storico nel 2021. 
 
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