Udinese-Roma, volo all'ultimo sprint: decide Cristante al 95'. E ora De Rossi allunga sull'Atalanta

Il ko con il Bologna, per come era arrivato, rischiava di minare la serenità del gruppo. Ora invece questa scarica di adrenalina che regala una vittoria del genere è senza eguali

Roma’s Bryan Cristante (C) jubilates with his teammates after scoring the goal during the Italian Serie A soccer match Udinese Calcio vs AS Roma at the Friuli - Dacia Arena stadium in Udine, Italy, 25 April 2024. ANSA / GABRIELE MENIS
di Stefano Carina, nostro inviato
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Giovedì 25 Aprile 2024, 23:30

Il signor Matic se la sarebbe cavata con «That's football». Sì, questo è il calcio. Irrazionale, imprevedibile e per questo unico. A sorridere stavolta è la Roma che vince all'ultimo respiro (al 5' di recupero) con un colpo di testa di Cristante su cross di Dybala. Folle, soltanto pensarlo alla vigilia. Diciotto minuti (a seguito dell’interruzione lo scorso 14 aprile per il malore avuto da Ndicka): nemmeno il tempo di iniziare che già si era arrivati al 90'. Eppure i giallorossi ci sono riusciti. Un successo pesantissimo. Perché permette alla Roma di allungare sull'Atalanta che ora, anche vincendo il recupero contro la Fiorentina, resterebbe dietro di un punto. Ma c'è un aspetto emotivo che non può essere sottovalutato. Il ko con il Bologna, per come era arrivato, rischiava di minare la serenità del gruppo. Ora invece questa scarica di adrenalina che regala una vittoria del genere è senza eguali. Bastava guardare Daniele, letteralmente sfigurato dalla gioia, calciatori impazziti come i 500 tifosi giallorossi presenti anche ieri al Bluenergy Stadium.

PARTITA VERA

È stata partita vera.

Breve ma vera. Che la Roma ci credesse si è capito subito. Dallo schieramento iniziale con un 3-4-1-2 iperoffensivo che vedeva Abraham, Azmoun e Dybala insieme, Angelino più alto rispetto a Spinazzola, sempre utile però a infilarsi nella corsia mancina. Ma anche prima i segnali erano stati incoraggianti. La comitiva giallorossa è arrivata allo stadio una ventina di minuti in anticipo rispetto al solito per effettuare un riscaldamento più lungo, disputare una partitella di un quarto d'ora a metà campo prima del nuovo fischio d'inizio di Pairetto. Sguardi concentrati, dal primo pallone giocato. Partita vera, si diceva. Il tempo di un abbraccio tra i due campioni del mondo in panchina, De Rossi e Cannavaro (al debutto), e poi subito ritmo elevatissimo e occasioni da gol. Pressing asfissiante e pericoli, da una parte e dall’altra, tanto che prima della rete di Cristante i migliori sono i due portieri: Svilar - decisivo su un diagonale di Lucca - e Okoye, bravo a rimediare ad un erroraccio di Perez che si fa sottrarre il pallone da Azmoun e salva sul tiro a botta sicura dell'iraniano. Diciotto minuti più i 4, poi divenuti 6 di recupero, dove è successo di tutto: angoli (due per parte), ammoniti (Karsdorp), due infortunati (Perez e Smalling, problema all'inguine, da valutare in vista di Napoli), almeno due interruzioni, tre sostituzioni, azioni manovrate con un tre contro due non sfruttato al meglio da Dybala, un pallone svirgolato da Bijol sul quale non arriva per un nulla Abraham e quello che più conta il gol del 2-1. Bellissimo, nato da una follia di Ferreira che con il pallone tra i piedi anziché rinviare lo spedisce in angolo. Cannavaro, fino a quel momento una sfinge in panchina, si gira e alza gli occhi al cielo, quasi a presagire la beffa. Primo tentativo e Pellegrini al volo sfiora il palo con deviazione decisiva di Kabasele.

Le lancette dell’orologio corrono. De Rossi dalla panchina urla: «Sbrigatevi!». Ed eccola la magia: parabola di Dybala, Cristante prende il tempo alla difesa bianconera e colpisce di testa non lasciando scampo ad Okoye. Un friulano che condanna l’Udinese, a confermare la pazzia di una serata incredibile. La panchina giallorossa entra in campo. Daniele dimentica la solita aplomb che lo contraddistingue nella nuova veste di allenatore e per qualche secondo sembra di rivederlo con gli scarpini ai piedi. Prima salta su Zalewski e Bove, poi arriva fino al dischetto del rigore. Il team manager Cardini lo rincorre ma lui lo dribbla per poi rinsavire di colpo e tornare, scusandosi, in panchina. C’è ancora il tempo per vivere gli ultimi 30 secondi con l’Udinese disperatamente in avanti e Okoye in formato libero a lanciare dalla trequarti. Al fischio finale, esplode la gioia. E qui la Roma segna un altro gol. Anche questo bellissimo. De Rossi invita la squadra ad andare a salutare e ringraziare il civilissimo pubblico di Udine. Tutti sotto la curva friulana ad applaudire e ad essere applauditi. Sì, aveva ragione il signor Matic: «That’s football».

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