Dettori ed Enable domani ad Ascot per la storia

Dettori ed Enable domani ad Ascot per la storia
di Piero Mei
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Venerdì 24 Luglio 2020, 15:20
Frankie ed Enable sono a 2400 metri e poco più da una nuova leggenda. E’ questa la distanza delle “King George VI and Queen Elizabeth Stakes”, che gli inglesi, puntigliosi e brexiters, calcolano sempre secondo le loro misure: un miglio (1609,34 metri), tre furlongs (ogni furlong 201,168 metri) e 211 yards (ogni yard 0,9144 metri). E’ la distanza della grande corsa, una delle due più grandi d’Europa insieme con il parigino “Arc de Triomphe”, che se Dettori, fantino, ed Enable, cavalla, vincessero domani nell’ippodromo reale di Ascot, raggiungerebbero il massimo: Frankie otterrebbe il suo settimo successo in materia, impresa riuscita fin qui soltanto a Lester Piggott, ed Enable, dopo quelli del 2017 e del 2019, avrebbe il suo terzo trionfo, cosa mai fatta da nessun cavallo.
POCHI MA BUONI
I partenti saranno soltanto quattro: in tempo di pandemia, i tre anni, impegnati in un calendario reso fittissimo dai recuperi delle gare rinviate al tempo del lockdown, disertano: non succedeva dal 1998 che i giovani rinunciassero all’esame degli anziani; in settant’anni di storia, soltanto altre due volte i partenti furono quattro, l’ultima nel 1964.
Ma c’è una curiosità in più: Enable, che è allenata da John Gosden, detto “il più famoso indossatore di Panama del mondo” perché, pioggia o sole, porta sempre quel cappello paglierino, dovrà affrontare una coalizione: gli altri tre concorrenti, infatti, Japan, Anthony van Dyck e Sovereign, fanno parte del “Ballydoyle Team”, i cavalli allenati da Aidan O’Brien in Irlanda. “Sarà come gatti contro topo” ha detto Gosden. Ed ha aggiunto: “Frankie perà sa come fare” ed ha spiegato che non suggerirà tattiche al 49enne fantino italiano, ma si affiderà alla sua libera interpretazione. Del resto Dettori sarà per la quindicesima volta in sella ad Enable, con la quale ha vinto 11 volte e, oltre alle due “King George”, altre due erano l’”Arc”. Ora, alla “veneranda età” (equinamente parlando, s’intende) di sei anni, Enable tenta il doppio triplete, domani ad Ascot, la prima domenica di ottobre a Parigi.
FAVORITI
I bookmakers riconoscono a Dettori ed Enable le migliori possibilità: la quota cui offrono il binomio per il gioco è di 8 contro 15, mentre Japan, che Ryan Moore, fantino di scuderia, ha indicato come propria scelta, è giocabile a 5 contro 2; per Anthony van Dick la quota è di 9 contro 1, per Sovereign 11 contro 1. Per Frankie il vero pericolo, più che la condizione atletica della cavalla che ha effettuato il suo rientro stagionale giungendo seconda a Sandown nelle “Eclipse”, sembra la possibilità di “giochetti proibiti” e tattici fra i tre “compari”. Nell’occasione di Sandown riuscì a precedere soltanto di una testa Japan, che fu terzo. “Da allora è venuta avanti parecchio” ha detto un fiducioso Gosden. Ha ragione di aver fiducia: Enable ha vinto in carriera 10 milioni e mezzo di sterline, gli altri tre, pure se giustificati dalla “gioventù” (hanno quattro anni) girano intorno al milione.
LA CORSA DI RIBOT
La corsa fu disputata la prima volta nel 1951, mettendo insieme due gare, una intitolata a Giorgio VI, il re balbuziente del “discorso del re”, ed una a sua moglie, la poi celebre Regina Madre, i genitori dell’attuale sovrana che, ai tempi, era ancora per poco soltanto principessa.
I cavalli vincitori, come i fantini, sono stati spesso delle celebrità. Gli italiani ne ricordano due in particolare: Ribot nel ’56 e Grundy nel ’75. Ribot, “the Italian Champion”, come lo chiamavano gli inglesi, vinse con 5 lunghezze di vantaggio: era italiano di nascita e proprietà, lo allenava Vittorio Ugo Penco e lo montava Enrico Camici; portava i celebri colori della Razza Dormello-Olgiata, la società Tesio-Incisa, e chiuse la sua carriera con “16 corse 16 vittorie”, che gli valsero il soprannome di “cavallo del secolo”.
Grundy, che apparteneva all’italiano Carlo Vittadini, aveva vinto Derby inglese e irlandese e fu protagonista di una lotta a due con il cavallo Bustino per tutta la dirittura di Ascot: questa volta fu la gara ad essere chiamata la “corsa del secolo”, dopo la quale Bustino non corse più e Grundy non vinse più. Avevano dato tutto.
Enable, oltre ai tre concorrenti di domani, vuole battere i due soli vincitori due volte, Dahlia, nel ’73 e ’74, e Swain, nel ’97 e ’98. Dahlia aveva vinto appena una settimana prima, nel ’73, le “Oaks” irlandesi e il suo proprietario, il petroliere texano Nelson Bunker Hunt, voleva tenerla a riposo; ma l’allenatore, il francese Maurice Zilber, non gli dette ascolto. “Se non vince, le tolgo tutti i miei cavalli” disse il petroliere; e Zilber, sicuro di sé, gli rispose: “Prenda l’aereo e vena: non credo avrà molte altre occasioni, nella vita, di incontrare la Regina”. Aveva ragione Zilber. Dahlia poi arrivò terza, due stagioni dopo, in quella “corsa del secolo” dietro Grundy e Bustino.
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