Gli atleti hanno affidato la propria tutela legale a un gruppo di avvocati: Giulia Bongiorno, Giovanni Fontana, Antonio Derensis e Fabio Milano. «Siamo vittime di una situazione paradossale - afferma Fabrizio Donato, bronzo ai Giochi di Londra 2012 nel salto triplo - che si è creata per colpa del malfunzionamento di un sistema sulla cui efficienza avrebbero dovuto vigilare Coni e Fidal. Non possiamo certo pagare noi per gli errori di qualcun altro. Per adesso pensiamo a difenderci, ma non escludiamo di intraprendere anche azioni volte a risarcirci, per quanto possibile, dei danni d'immagine ed economici che questa vicenda ci ha causato».
Alla riunione, insieme all'avvocato della Federazione, Guido Valori, ha partecipato anche il presidente Fidal, Alfio Giomi, che non ha voluto far mancare il proprio sostegno agli atleti, come del resto ha fatto dopo che l'apertura del caso insieme al presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Deve essere chiaro a tutti che non stiamo in nessun modo parlando di una questione legata all'assunzione di sostanze dopanti. In ogni modo - ha detto Giomi -, è una vicenda che deve risolversi in tempi brevi, perchè molti di questi ragazzi si stanno preparando all'Olimpiade di Rio e devono poterlo fare con la giusta condizione psicofisica».
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