Nuoto, è bronzo europeo per Stochino
L'azzurro terzo nella 25 km di fondo

Nuoto, è bronzo europeo per Stochino L'azzurro terzo nella 25 km di fondo
di Piero Mei
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Domenica 17 Agosto 2014, 18:06
BERLINO - Edoardo Stochino, ventisettenne poliziotto in forza a Napoli ma di Chiavari dov’ nato perch l era l’ospedale, ma sarebbe di Cogorno, entroterra ligure dove cresciuto ed ora vive, una giornata cos, che gli mettesse al collo una medaglia europea nel suo sport preferito, il nuoto di fondo, se l’era immaginata mille volte.

«Durante gli allenamenti - dice -, durante le mie passeggiate e corse in montagna con i miei cani ed a fare funghi quando ci sono, durante le maratone del mare che mi piacciono e ho fatto tante volte», come quella superclassica in Argentina da Santa Fé a Coronda, 57 chilometri che non finiscono mai, 8 ore e mezza o 9 a nuotare tra le onde che pur se a favore di corrente sono una eternità, o come quella fra Capri e Napoli, in mezzo a un panorama che è tra i più belli del mondo, anche se il Vesuvio non ha più il pennacchio delle vecchie cartoline.

Se l’era immaginata già quando guardava vincere Luca Baldini, che è suo conterraneo, e lui era piccolo e se lo teneva come guru; o quando ne parlava con Marco Formentini, altra stella del giro del fondo, pure lui di zona; o anche se ne parlava con papà Luigi, imprenditore edile ma con un passato da atleta dell’atletica, naturalmente di fondo, 5 e 10 mila, quando ancora non erano così veloci.

Se l’era immaginata sì, «ma com’è più bello viverla dal vero - diceva - che dovrei sentirmi stanco e invece non lo sono per niente e magari mi viene dopo». E’ una medaglia che «significa tanto perché non è inventata, c’è un lavoro dietro perché una 25 chilometri non si inventa, ci vogliono testa e un po’ di attributi».

Il bacino di Grunau non gli aveva fatto una buona impressione a inizio campionato: «Al primo tuffo l’acqua mi è parsa troppo calda e troppo piatta: il mare mi piace di più e le onde pure; il fondo ha bisogno di libertà». Quel fondo che Edoardo amò subito, perché l’inizio fu classico da piscina, ma poi venne il mare, le acque più divertenti.

Quando ha visto il francese Axel Raymond, ventenne francese che vive e s’allena a Fontainebleau con la sua trainer, la bella e bionda Magali Mérino soprannominata “la Philippe Lucas del fondo”, e il russo Evgenij Drattcev attaccare e staccarsi dal gruppo in una accelerazione a sorpresa, voleva cercare di riacciuffarli subito, ma ha capito che da solo non poteva farcela e che nel gruppo nessuno gli avrebbe dato una mano. Meglio dedicarsi, allora, a una gara tattica puntando al bronzo, che era lì a quasi 10 minuti dai primi due abbandonati al loro destino di gloria. Il che gli è riuscito anche grazie a un buon gioco di squadra, specie nel finale, con Mario Sanzullo che poi si sarebbe classificato quinto (e decimo il terzo italiano, Valerio Cleri): «Io ho scelto la rotta più interna e mi è andata bene», dice Edoardo che dedica la prima dedica a se stesso «per quanto ho lavorato».

Durante la gara ha pensato di farcela un paio di volte: a due giri e a un giro dalla fine; alla boa si sono rimescolate le carte e bronzo fu.
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