Ieri Verdelli ha conosciuto personalmente Orfeo, Masi, Berlinguer e Gioielli. Un primo contatto, nulla di più. Li ha visti a Viale Mazzini con il dg. La riunione non è stata veloce, anzi si è protratta per un po'. Si è parlato dei massimi sistemi dell'informazione, con qualche cordiale scambio di idee, tanto per conoscersi. Il bello lo vedremo nelle prossime puntate. La stessa musica potrebbe suonare nel cda di oggi, previsto per le 10, ma con il countdown dell'appuntamento a San Macuto. In così poco tempo non sarà facile esaurire gli argomenti all'ordine del giorno: modifiche allo statuto da approvare e la relazione del dg sulle linee guida del piano industriale da presentare a marzo.
LA BEFFA
A far imbizzarrire il cavallo di Viale Mazzini c'è sempre la questione della beffa di Capodanno. I due colpevoli – conto alla rovescia sballato e mancato controllo sulla bestemmia - verranno sanzionati. È inevitabile. Però la difesa del capostruttura ha mandato in bestia Giancarlo Leone. «Mai e poi mai una decisione così irrazionale e irrispettosa verso il pubblico, come intervenire sul countdown di Capodanno, è stata anticipata o condivisa con il vertice delle rete, né ora né in passato».
LINEA DURA
Il direttore di Raiuno toglie subito ogni dubbio. Il capostruttura Azzalini invece nella sua difesa ha fatto riferimento a una prassi ormai consolidata, ma Leone non ne vuole proprio sapere: «L'autorizzazione non è stata chiesta né data oggi come negli anni scorsi. Non c'era alcuna prassi». A difendere Azzalini è sceso in campo pure l'ex ministro Maurizio Lupi: «L'accanimento sul dirigente di Raiuno per l'incidente dell'anticipo del brindisi di Capodanno sta sfiorando il ridicolo.
Azzalini ha detto quello che tutti gli italiani che guardano la tv constatano ogni sera, che il Tg1 delle 20 non inizia alle 20 ma un po' prima. Lo stesso fa il Tg5. E così si fa da anni anche per festeggiare il nuovo anno. «Lo sapevano e lo sanno tutti». Sarà pure ridicolo l'accanimento verso il capostruttura ma sballare appositamente il segnale orario è veramente un'offesa per gli italiani che aspettano puntuali la mezzanotte, nonché una forma di mancato rispetto del servizio pubblico. Il consigliere Diaconale non la pensa come Lupi sul capostruttura: «È una linea di difesa che non giustifica ma aggrava il suo comportamento. Se c'era una prassi significa che ci sono responsabilità precise. Che cosa vuol dire? Che abbiamo l'orario Greenwich e quello della Rai?».