«Quest’opera è un meraviglioso viaggio verso l’utopia. Un percorso interiore che non passa per la cancellazione del peccato, ma trova conforto nella sua profonda accettazione. E si chiama Mefistofele e non Faust, anche se è al capolavoro di Goethe cui Boito fa riferimento, perché Mefistofele è in ognuno di noi». Il maestro Michele Mariotti, direttore musicale del Costanzi, presenta lo spettacolo che domani pomeriggio inaugurerà la nuova stagione dell’Opera di Roma. E che segna il suo debutto nel titolo e l’esordio operistico in Italia del regista Simon Stone. Che spiega: «Boito e Goethe non oscillano tra Bene e Male. Ma individuano un’ipotesi di verità nel mezzo. Faust spende la vita investendo sulla versione pura e ideale della sua persona. In una noia desolante. Ed è in questo vuoto di amore, sesso e passione, che Mefistofele fa spazio alla tentazione. Non è la giovinezza che insegue», aggiunge Stone, «ma la possibilità di una seconda chance. Poter ricominciare, godendo di tutto quello che è mancato».
IL CAST
Protagonisti John Relyea nel ruolo del titolo, Maria Agresta nella parte di Margherita/Elena e Joshua Guerrero in quella di Faust. Scene e costumi sono di Mel Page, mentre le luci di James Farncombe. L’Orchestra è quella dell’Opera di Roma, così come il Coro, diretto da Ciro Visco, cui si affiancano le voci bianche del teatro. «Il canto di Mefistofele è rude, avanza come il pistone di un motore», aggiunge Mariotti, «Margherita è la più fragile, umana, e la sua voce è rotta, quasi parlata. Faust che ora è un tenore ha un timbro che volge verso il sublime». Un contrasto di colori riproposto in scena dal bianco al rosso (c’è anche un maiale che gronda sangue). Gli abiti contemporanei (qualcuno è in divisa militare) raccontano gli individualismi dei nostri giorni, frammenti dell’antica Grecia svettano come un richiamo all’indole platonica di Faust che finisce per affogare tra le palline colorate di una piscina dei piaceri della sua nuova vita. «Dal vuoto», conclude Stone «a sesso, droga e rock’n’roll».
IL SOVRINTENDENTE GIAMBRONE
«Abbiamo scelto Mefistofele perché rispecchia la nostra idea di teatro che è quella di raccontare il mondo di oggi», dice il sovrintendente Francesco Giambrone che sabato in occasione dell’anteprima giovani, ha fatto sistemare in platea un paio di scarpette rosse in omaggio alla Giornata contro la violenza sulle donne.
LA SFIDA
«Mefistofele è una sfida ma anche una grande opportunità di coinvolgere tutte le forze interne e le masse artistiche. Sono poi particolarmente felice di lavorare nuovamente con Simon Stone dopo La traviata che abbiamo realizzato insieme a Parigi nel 2019», aggiunge Mariotti, recentemente rientrato dalla tournée in Giappone, dove ha ottenuto un successo personale dirigendo La traviata nella messa in scena di Sofia Coppola e Tosca con la regia di Zeffirelli che riproporrà ne 23/24.
ORARI
Opera di Roma, piazza Gigli, il 27 novembre ore 18; repliche il 29 e il 30 (ore 20), il 2 dicembre (ore 18), il 3 (ore 16.30) e il 5 (ore 20). La prima anche su Rai5 alle 21,15 e in diretta su Radio3 Rai, alle 18