Ha tutta l’aria del sogno americano, ma è un sogno che si radica nel lavoro minuzioso di un italiano talentoso e umbratile che ha costruito alcuni fa, nel silenzio della sua casa nella campagna toscana, una miracolosa architettura teatrale di respiro epico sul crollo della Lehman Brothers. Un progetto visionario in tre parti che dal 2015 ad oggi ha fatto molta strada. The Lehman Trilogy di Stefano Massini conquista oggi gli Usa con cinque Tony Award, cioè cinque Oscar del Teatro. Un’opera sulfurea, avvincente e libera che, dopo le otto nomination, porta a casa il Tony Award come migliore opera teatrale, il prestigioso riconoscimento che viene assegnato ogni anno alle migliori produzioni di Broadway. “The Lehman Trilogy” conquista anche il primo premio per la miglior regia Sam Mendes (premio Oscar per The American Beauty, 2000), per l’attore protagonista (Simon Russell Beale), per le scene e le luci (Jon Clark). L’unico premio che non è stato portato a casa è, in sintesi, quello relativo alla composizione sonora. Perché le altre due nomination riguardavano Adam Godley e Adrian Lester, due eccellenti attori che facevamo parte del cast, battuti da Beale. Insomma, il massimo a cui potesse aspirare lo spettacolo andato in scena a Broadway erano sei Toni Award. Ne ha ottenuti cinque.
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Un risultato fragoroso per un’opera scritta da un italiano su una storia tutta americana: per ricostruire il crollo dei Lehman Brothers, il 46nne drammaturgo fiorentino ha studiato le loro vite dall’11 settembre del 1844, quando i fratelli Lehman arrivarono dalla Germania in America sulla nave Burgundy per impiantare in Alabama un negozio di stoffe, fino al crac del 2008 a New York, la più grande bancarotta bancaria della storia.