Michele La Ginestra e "M'accompagno da me": «Che emozione tornare al Sistina dopo 16 anni»

(Foto di Francesco Toiati)
di Andrea Andrei
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Mercoledì 17 Maggio 2017, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 17:12

Quello al Sistina è un ritorno a tutti gli effetti, per Michele La Ginestra. Ed è un ritorno in grande stile. «Sedici anni fa - racconta il comico romano a Messaggero Tv - per la prima volta calcai quel palcoscenico con "Rugantino". Fu un'emozione incredibile. E oggi è una gioia immensa tornare con un mio spettacolo, un vero "one-man-show"» dove, per dirla semplice, "M'accompagno da me".
 

 

Uno spettacolo che sarà in scena fino al 21 maggio e che non è solo un ritorno artistico, ma anche personale: è ambientato in carcere e in un'aula giudiziaria. «Sì ma chiariamo: il mio passato galeotto non c'entra niente», scherza La Ginestra, che poi racconta: «Ho studiato giurisprundenza, e ho fatto anche l'esame di avvocato». E allora come si passa dall'aula del tribunale al palcoscenico? «L'ho fatto proprio per scrivere uno spettacolo come questo - ride - così ci ho messo un sacco di termini che anche gli avvocati presenti in sala avrebbero apprezzato. In verità, mi piaceva raccontare la realtà del carcere, che è molto complessa e offre diversi spunti di riflessione. Ma questo resta comunque uno show leggero in cui, prima di tutto, si ride». Ma più che un ritorno, lo spettacolo è un vero via vai dei personaggi più diversi e improbabili, che formano tutti il vasto repertorio teatrale e televisivo di La Ginestra. Il tutto, con la regia di Roberto Ciufoli, «che l'ha reso proprio un goiellino».

Nello show però non si ride a basta, ci si commuove anche. Come ha fatto lo stesso Michele in occasione della prima, il 16 maggio: «Ho ripensato al mio percorso. A Pier Francesco Pingitore, che da "Beato tra le donne" mi ha scoperto e mi ha permesso di fare questo mestiere. E a Pietro Garinei, che mi portò al Sistina la prima volta. Ma alla fine, quello che conta di più per me non è la carriera, è avere il mio pubblico, affezionato, che mi segue. È la soddisfazione più grande».
 

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