Il ritorno degli Statuto con "Zighidà 25": «Altro che talent, noi veniamo dalla strada»

Il ritorno degli Statuto con "Zighidà 25": «Altro che talent, noi veniamo dalla strada»
di Marco Pasqua
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Mercoledì 19 Aprile 2017, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 09:07

Il cuore pulsa sempre a piazza Statuto, da dove tutto è partito, 33 anni fa. E tutto ruota ancora attorno a quello che è, da sempre, il centro dei mods: i quali, però, a distanza di tre decenni, sono spalmati su altrettante generazioni, dai 15enni agli over 50. Quelle generazioni che gli Statuto hanno attraversato e accompagnato, con i loro testi ironici, aggressivi ed umili, e una musica che è partita con lo ska e poi si è fusa con il soul e il powerpop. Coerenza è la parola d'ordine di questo gruppo che, a distanza di un quarto di secolo dall'album “Zighidà”, torna con “Zighidà 25”, per celebrare un anniversario che è la conferma della buona salute di questa realtà unica nel panorama della musica italiana.
 

 


Ospiti di Messaggero Tv, Oskar e Naska (gli altri due sono Enrico Bontempi e Rudy Ruzza), parlano di quella che è una “versione più completa e più attuale, dal punto di vista dei suoni, del lavoro originale del 1992: tutte le canzoni sono state rimasterizzate». Ma, soprattutto, l'album contiene alcune bonus track: oltre a quella di “Abbiamo vinto il festival di Sanremo”, con l'inciso centrale cantato dal tenore Romano Doria, c'è la nuova versione di “Qui non c'è il mare”, con la partecipazione speciale di Caparezza. «Con lui ci siamo conosciuti 10 anni fa – dicono i due membri della band torinese, che hanno attraversato i palchi più diversi, dal Leoncavallo a Sanremo - Caparezza stava registrando nello studio di Carlo Rossi, che era anche nostro produttore. E, in più di una occasione, aveva apprezzato la nostra musica, che lo aveva accompagnato nei suoi primi anni a Milano». «Tra l'altro, i diritti Siae di questo brano – sottolineano gli Statuto – saranno devoluti all'associazione Carlo U. Rossi, che si occupa di sostenere gli studi dei giovani desiderosi di diventare produttori artistici».

Il 20 aprile partirà anche lo Zighidà tour, che farà tappa, dopo essere passato per Milano, Bologna, Cuneo, ovviamente Torino, anche a Roma (il 12 maggio): «Lo spettacolo sarà diviso in due parti: nella prima presenteremo i nostri cavalli di battaglia che hanno caratterizzato i nostri 33 anni di carriera. Nella seconda, invece, ci concentreremo su Zighida, grazie anche all'innesto di un sassofono, che servirà a ricreare l'atmosfera di quel lavoro. Dei talent dicono, con il distacco di chi ha vissuto una lunga gavetta in strada, che «non vanno demonizzato», pur ammettendo che «sono lontani dalla loro storia». «Quando, negli anni Novanta, si pensò di andare a Sanremo, facemmo un sondaggio, tra i mods torinesi: temevamo di perdere consensi. Alla fine furono tutti favorevoli, ma certamente la nostra cultura proviene dalla strada e non ha molto a che vedere con quella televisiva. La nostra gavetta, lunghissima, è letteralmente partita da una cantina di famiglia».

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