Tra installazioni e performance, la musica dà spettacolo alla Biennale di Venezia

Frank Zappa: il capolavoro del musicista scomparso The Yellow Shark inaugura la Biennale di Musica
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Mercoledì 26 Settembre 2018, 21:59
Aperto a una più attuale interpretazione del concetto di contemporaneità e dedicato alle influenze musicali tra Europa e Americhe, va in scena a Venezia , con la direzione di Ivan Fedele, dal 28 settembre al 7 ottobre, il 62esimo Festival Internazionale di Musica Contemporanea, intitolato Crossing the Atlantic.

The Yellow Shark di Frank Zappa, Maria de Buenos Aires di Astor Piazzolla, Aliados di Sebastian Rivas e il Victor Wooten Trio sono alcuni esempi di come ogni musica possa arricchirsi dell’esperienza dell’altra, assorbirne la lezione e restituirla in una nuova forma.

Realizzato per la prima volta nel 1992, il capolavoro di Frank Zappa - The Yellow Shark - inaugura il festival nella versione integrale con i 26 elementi del Parco della Musica Contemporanea Ensemble diretti da Tonino Battista e la partecipazione di David Moss, già interprete dell’opera zappiana.

 Anche il tango trova spazio nel Festival, quello di Astor Piazzolla. A Venezia sarà Marcelo Nisinman, compositore, arrangiatore, direttore e fuoriclasse del bandoneón a dirigere la famosa opera-tango di Piazzolla, Maria de Buenos Aires.

Con un passato nel rock e nel jazz, Sebastian Rivas – Leone d’argento del Festival – si muove disinvoltamente tra sperimentazione digitale, acustica ed elettronica: alla Biennale porta Aliados, un’opera multimediale, con suoni immagini e voci manipolati in tempo reale e insieme un’opera del nostro tempo. 

Un mago del basso è Victor Wooten, che ha dato un contributo essenziale all’innovazione della tecnica esecutiva dello strumento. Nella lista dei 10 migliori bassisti di sempre secondo “Rolling Stone” e tre volte bassista dell’anno per i lettori di “Bass Player”, Victor Wooten presenta in prima europea il suo ultimo CD, Trypnotyx, accompagnato da il batterista Dennis Chambers, session man con Scofield, McLaughlin, Santana, e il sassofonista e flautista Bob Franceschini.

Sull’ampio versante della musica arricchita e creata da dispositivi tecnologici, i concerti diventano sempre più spesso teatro, con interpreti-performer, ambienti sonori scenografici e installazioni immersive: accade in Nidra del trentacinquenne Giacomo Baldelli, opera multisensoriale,
tour de force di musica contemporanea per chitarra elettrica e video” (New York Times); e accade in Le chant de la matière di Laura Bianchini e Michelangelo Lupone del Centro di Ricerca Musicale di Roma, che inventano grandi tamburi fatti di membrane interattive.

O ancora come nei concerti dedicati al contrabbasso solo: di Dario Calderone, interprete di Ur; di Florentin Ginot, che presenta Not Here, un concerto-scenografia in situ; di Charlotte Testu, che utilizza dispositivi elettronici per reinventare la tecnica strumentale del contrabbasso. Infine il duo di violoncelli aumentati di Norman Adams e Nicola Baroni.

Applaudita come “la diva del pianismo d’avanguardia, interprete d’elezione di Cage e di Crumb, prima a coltivare l’arte del pianoforte giocattolo, Margaret Lang Ten porta il peso di una biografia artistica che è storia. 
Stili e generazioni diverse si incrociano nei concerti degli ensemble e dei quartetti invitati al Festival: l’Orchestra Haydn diretta da Tito Ceccherini; l’Ensemble Linea, fondato nel 1998 dal pianista e direttore d’orchestra Philippe Wurtz, già assistente di Kent Nagano e Peter Eötvös; il Mivos Quartet, fondato soltanto 10 anni fa a New York e già fra più agguerriti interpreti della musica contemporanea; il quartetto d’archi Untref, costituito nel 2011, ma fra i primi ensemble in Argentina dedicati alla musica che va dal secondo novecento ai nostri giorni.

Inoltre le proposte di Biennale College. La presentazione di brevi opere di teatro musicale realizzati da team variabili – quest’anno compositore e librettista under 35 - selezionati tramite bando internazionale, è ormai  appuntamento fisso del Festival. Quest’anno sono giunte proposte da quattro continenti. I team selezionati sono: la greca Sofia Avramidou e la librettista Cecilia D’Amico, che presenteranno Rodi rodi! Morsicchia! La casina chi rosicchia?, per la regia di Katrin Hammerl; Elisa Corpolongo e Ilaria Diotallevi, ideatrici di Trìstrofa, con la regia di Irene De Lelio; Alvise Zambon e Maria Guzzon, autori di Push!, regia di Katrin Hammerl; gli spagnoli Ignacio e Jorge Ferrando che firmano El sueño de Dalí en una noche de Picasso, messo in scena da Irene De Lelio.

I team sono stati accompagnati da equipe di tutor: Sergio Casesi e Giuliano Corti per la drammaturgia, Lucia Ronchetti per la scrittura musicale. Nella giornata conclusiva del festival, il 7 ottobre, i quattro lavori saranno presentati a pubblico e critica.
Il Leone d’oro alla carriera di questa edizione del Festival è stato attribuito a Keith Jarrett. 
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