Primo maggio, il Concertone dice addio alle grandi star e ritrova l'anima popolare

Primo maggio, il Concertone dice addio alle grandi star e ritrova l'anima popolare
di Marco Molendini
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Venerdì 27 Aprile 2018, 15:05 - Ultimo aggiornamento: 16:05

Tramontata l'epoca delle grandi star, il Concertone del Primo maggio ha trovato (prima per necessità, poi per convinzione) la sua strada: raduno popolare all'italiana con particolare riguardo agli artisti di quel grande serbatoio creativo che è la musica indie. Un raduno che, come certifica Lodo, il frontman dello Stato sociale eletto conduttore con Ambra, «riconosce ufficialmente protagonisti che vengono dal mondo reale e che da anni fanno migliaia di spettatori». E così, ecco che martedì a San Giovanni sfilerà assieme a Gianna Nannini, l'ex ragazza rock chiamata a fare da solido ancoraggio con la tradizione, un cast pieno di emergenti («è un festival rock perché noi abbiamo questa realtà che mi sembra parecchio sveglia», ha detto partecipando a sorpresa, ieri mattina, alla presentazione in Rai).

Un cast dove si mescolano reduci da Sanremo (c'è il vincitore Ermal Meta, oltre a Lo stato sociale, arrivato secondo, a Max Gazzè, sesto, Le Vibrazioni, undicesimi, Ultimo e Mirkoeilcane, primo e secondo fra i giovani, e poi Francesca Michielin, seconda nel 2016) a frequentatori alternativi come Sfera Ebbasta, Cosmo, Calibro 35, I Ministri, The Zen Circus, Canova, Willie Peyote, Nitro, Achille Lauro e Boss Doms, Gazzelle, Frah Quintale, Gemitaiz, John De Leo, Wrong on you, Galeffi, Maria Antonietta, Dardust con Joan Thiele. Oltre alla cantantessa Carmen Consoli, in rappresentanza del cantautorato, e un solo ospite d'importazione, il dj e beatmaker britannico Fat Boy Slim. «Sarà Fenomenale», ha sentenziato ancora Gianna, facendo il verso alla sua canzone e appoggiandosi alle grucce (lascito dell'incidente al ginocchio di un mese fa) con cui si è presentata a Viale Mazzini che, come da tradizione, trasmetterà tutto su Rai3. Diretta tv, dalle 15 a mezzanotte, anche su Radio2.

I PRESENTATORI
A fare da spartitraffico, i due conduttori (i cui compensi saranno devoluti per far partire un progetto legato al mondo del lavoro). Ambra Angiolini, che ha detto di sì dopo due occasioni mancate («avevo impegni di cinema e altro», racconta), affronterà la situazione scortata dai due figli adolescenti che, assicura «questo cast l'avrebbero scelto loro», e dal debuttante Lodo Guenzi. «Saremo come il bimbo con la tata», scherzano e Ambra aggiunge l'autoironia: «Credo mi abbiano chiamato per fare la vecchia che balla». Lo scanzonato frontman dello Stato Sociale vanta, comunque, anche un curriculum teatrale: «Dopo la sbornia di Sanremo rivela per un mese ho recitato Il giardino dei ciliegi di Cecov». Questa è la sua terza presenza da cantante al Concertone: «Alla prima, nel 2015, la Rai ci bocciò una coreografia con coppie, etero e gay, che si baciavano». L'anno scorso se la presero col ministro Poletti per un'infelice battuta sul calcetto, che aiuterebbe i giovani a trovare lavoro più del curriculum, e contro la Lega dicendo: «Se, come sostiene Matteo Salvini, da una coppia omosessuale può crescere solo un ragazzo con handicap, è vero pure che da una coppia eterosessuale è cresciuto Matteo Salvini».
In scena si presentarono coi vestiti tagliati al 40 per cento: «Come la disoccupazione giovanile». La Rai, sa il rischio che corre, Ludo? «Starò alle regole», promette. Del resto, il trentaduenne Guenzi in prospettiva ammette che fare tv «lo divertirebbe». E lascia capire che l'idea potrebbe essere già in ballo, grazie proprio ai colpi di scena della «vecchia sanremese che ballava». E fu proprio dietro le quinte dell'Ariston che nacque l'idea di coinvolgerlo nel Concertone.
 

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