Una partecipazione al Festival «emozionante». Un percorso da rapper alle spalle e davanti un futuro che punta sul pop. Un nuovo album, "Andrà tutto bene", che è anche un mantra. Alla vigilia del nuovo tour promozionale, che partirà da Milano il 6 maggio e passerà da Roma, all'Atlantico, il 18 dello stesso mese, Nesli (al secolo Francesco Tarducci), ha raccontato al Messaggero Tv il suo percorso, dagli esordi come “mosca bianca” del rap ai fiori per Arisa sul palco di Sanremo.
Passando dall'ultimo lavoro “Andrà tutto bene”, che spazia dalle ballate rock al brit pop. «Chi mi ha ispirato? Dagli Aerosmith a Bob Dylan, ma anche Franz Ferdinand e Arctic Monkeys: volevo dare ai testi il 'vestito' giusto per la canzone – spiega – anche trai rapper sono sempre stato una mosca bianca: la mia è stata un'evoluzione alla ricerca della base perfetta sulla quale potermi esprimere e comunicare le mie canzoni».
E sul palco dell'Ariston Nesli ha fatto anche un po' il guastafeste: tutti ricordano il mazzo di fiori ad Arisa, un'iniziativa del tutto inaspettata che ha mandato un po' in tilt la rigida organizzazione del Festival. «A Sanremo devi informare tutti di tutto quello che farai - racconta, divertito - così mi è venuta l'idea di non dirlo a nessuno. Era tutto così ordinario e accademico che ho pensato di fare un gesto di galanteria inaspettato, ma nulla di più», ci tiene a precisare. Con Arisa non c'è stato del tenero, insomma: per sapere qualcosa della vita privata di Nesli basta ascoltare le sue canzoni. «Nei miei brani c'è sempre un solco importante della mia vita e delle mie esperienze – confida – 'Andrà tutto bene' è un mantra che nasce quando in realtà nulla va bene. E' un messaggio di speranza. Era una cosa a cui mi sono aggrappato davvero. Non disperate perché i primi fan di voi stessi dovete essere voi».