Tredici le canzoni, che Leoni definisce ‘musica per adulti’: «Nel senso che non è trap o rap, e ha poco a che fare con il mainstream». D’altronde è stato folgorato dall’artigianato Genesis e da Peter Gabriel, per faro ha un cantautore come Ivano Fossati. Il titolo rimanda alle leopardiane Operette Morali, un modo per usare la musica come forma di evasione, le canzonette appunto, ma senza privarle di contenuto: «C’è bisogno di sdoganare la parola ‘morale’, che sembra antica e poco utile, invece è necessario individuare qualcosa che guidi i comportamenti, separi il bene dal male. Certo, non ho la presunzione di indicarli io». L’amore, e in genere le relazioni interpersonali, sono al centro dei testi, insieme ad uno sguardo nostalgico per l’Italia Anni ’50 in “Gli anni belli”: «Era un Paese pieno di speranza, qualcosa si è realizzato, molto altro è andato perduto. Non c’è la stessa fiducia nel futuro». Parola di chi ha tutti i giorni gli occhi puntati sullo Stivale. Chiude il disco lo standard “My Funny Valentine”: «Un omaggio al mondo che amo e al periodo in cui cantavo il grande songbook americano in una big band». Di formazione ne ha anche un’altra, la Scoop Jazz Band, giornalisti riuniti in un repertorio jazz, blues e swing, che si esibiranno il 17 luglio a Capalbio nell’ambito della rassegna Capalbio libri. Lui non ci sarà, la redazione chiama. Se ne riparla il primo giorno di settembre a Villa Celimontana.
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