Fausto Leali: «Le mie notti piene di stelle»

Fausto Leali: «Le mie notti piene di stelle»
di di Marco Molendini
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Giovedì 13 Febbraio 2014, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 12:29

Ne ha cose da raccontare Fausto Leali, il negro bianco della musica italiana, il primo soulman, grande frequentatore di Sanremo (tredici presenze), mezzo secolo di carriera.

Una vita piena di musica e di incontri che ha raccolto in un libro appena uscito (titolo: Notti piene di stelle, scritto assieme al giornalista Massimo Poggini) e che è venuto a raccontare al Messaggero.

E di cose da dire Fausto, che compie settant'anni a ottobre, ne ha, eccome: il suo debutto, ancora ragazzino (siamo negli anni Cinquanta), quella volta che si trovò ad aprire il tour italiano dei Beatles del '65 assieme a Peppino Di Capri, Le Ombre, i New Dada: una settimana da Milano a Genova, all'Adriano a Roma. «Allora – ricorda Fausto, che aveva inciso le versioni italiane di Please, please me e She loves you – i Beatles già riempivano gli stadi fuori Italia, da noi arrivavano invece con un certo ritardo. Ma le cose della musica funzionavano così, allora. E non è che per quei concerti si mossero folle oceaniche».

Ma la storia di Leali è legata ad alcune canzoni che hanno fatto storia: a cominciare da A chi, per passare a Deborah portata al Sanremo del '68: «Un'edizione stratosferica dove c'era Louis Armstrong e io duettai con Wilson Pickett. Gli avevo mandato la canzone che era stata scritta da Giorgio Conte e Vito Pallavicini e gli piacque molto. Fu un grande successo». Fra i suoi tredici festival, Fausto vanta anche una vittoria con Ti lascerò, cantata assieme a Anna Oxa nell'89. E il suo songbook conta su altri pezzi di grande popolarità come Mi Manchi e Angeli negri.

La sua vita è stata piena di incontri da Mina («che mi volle per duettare insieme nella canzone Via di qua, scritta da Massimiliano e Giorgio Calabrese), a Enzo Jannacci, Lucio Battisti («l'ho conosciuto nel '64 a Brescia. Era una serata in cui mi trovai a cantare con I Campioni e il chitarrista era un certo Lucio Battisti»), Loredana Berté («pantera di una bellezza allucinante» la descrive), Franco Califano, Claudio Villa, Toto Cutugno (che ha scritto per lui Io amo), Zucchero, Francesco De Gregori («che ha fatt una versione di A chi molto blues»), Renzo Arbore, Teo Teocoli, Diego Armando Maradona.

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