Dirotta su Cuba, ritorno alle origini: «Il funky è la nostra croce, ma è quello che siamo»

Dirotta su Cuba, ritorno alle origini: «Il funky è la nostra croce, ma è quello che siamo»
di Andrea Andrei
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Venerdì 29 Luglio 2016, 17:44 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 16:48

Un viaggio durato oltre vent'anni. A volte travagliato, non sempre facile, come tutti i viaggi. E che come tutti i viaggi musicali difficilmente si interrompe del tutto. Eccoli qui, i Dirotta su Cuba, la band fiorentina che nel 1994 conquistò l'Italia con il singolo "Gelosia", e che oggi torna con una nuova canzone e un nuovo album. Anzi, un nuovo-vecchio album, come dicono a Messaggero Tv Simona Bencini e Stefano De Donato, che insieme a Rossano Gentili sono l'anima e la storia della band.

 
"Dirotta su Cuba", l'album che uscì nel 1995, che conteneva brani come "Liberi di liberi da" e appunto "Gelosia", e che diventò disco di platino, torna infatti nei negozi il 26 settembre in una versione tutta nuova: «È un album fondamentale per le nostre vite - racconta Simona - è l'album più famoso della band ed è stato quello più venduto. Per questo è stato automatico rendergli un tributo, visto che l'anno scorso è stato il ventennale e lo abbiamo festeggiato con un tour. E così abbiamo deciso di riproporlo al pubblico. Lo abbiamo risuonato tutto con la visione di oggi, impreziosendo quei brani con varie collaborazioni, come quella con Mario Biondi, con i Neri per Caso o con Fabrizio Bosso. O anche quella con Riccardo Onori, che prima di diventare il chitarrista di Jovanotti era parte dei Dirotta su Cuba».

Ma nell'album, che sarà presentato ufficialmente il 24 settembre al Blue Note di Milano, sono contenuti anche tre inediti, fra cui il primo singolo, "Sei tutto quello che non ho", brano estremamente ballabile ed "estivo". «È la nostra croce - scherza Stefano - ma sono queste le sonorità che ci caratterizzano. Se c'è una cosa che abbiamo imparato in questi anni è accettarci per quello che siamo: è la nostra musica, e il nostro pubblico la ama proprio perché è così, leggera. A dirla tutta credo che un genere musicale come il funky, in questo periodo storico, sia necessario: in un'epoca tanto oscura, tanto negativa, si sente il bisogno di qualcosa che faccia sorridere».

Insomma, divertirsi prima di tutto, anche se i Dirotta su Cuba, da sempre, trattano la musica come una cosa molto seria. «Ognuno di noi, nei dieci anni che siamo stati separati, si è preso i suoi spazi - racconta Simona - io ho voluto anche sperimentare dei generi più intimisti, come il jazz. Ma quella parte ludica, giocosa, resta comunque fondamentale per noi». E da quando la band, dopo la "fuga" di De Donato, si è riunita nuovamente nel 2009, è stata praticamente in un tour continuo, che l'ha portata su e giù per l'Italia. La prossima tappa è proprio stasera, sul litorale romano di Ostia, al Marine Village. Una data che sarà seguita da altri concerti per tutto agosto, a Foggia il 9, a San Pietro in Bevagna (Ta) il 10, a Pescara il 12, a Ortona (Ch) il 13, ad Altamura (Ba) il 14, a Marina di Cecina, a Omegna (Vb) il 25.
«Il nostro primo pensiero, quando abbiamo deciso di ricominciare a suonare insieme, è stato di ricompattarci, e per farlo non c'era modo migliore che esibirsi dal vivo», spiega Simona. «È vero, abbiamo riflettuto tanto in questi anni - racconta Stefano - E abbiamo capito quali sono per noi le priorità, cioè in primis la famiglia e la nostra vita privata.
Il successo negli anni '90 ci ha portato ad essere "spremuti" in una maniera insostenibile dall'industria discografica. Quando fai quella vita, senza avere un attimo per te, ti rendi conto di quanto siano importanti altre cose. Banalmente, avevamo voglia di andare a fare la spesa per conto nostro, di fare cose normali».

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