C'era una volta Roma: l'omaggio su carta alla Città Eterna di Santonastaso e Spinelli

C'era una volta Roma: l'omaggio su carta alla Città Eterna di Santonastaso e Spinelli
di Sabrina Quartieri
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Sabato 25 Novembre 2017, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 15:35

Non una fiaba, bensì il racconto letterario più reale sulla Città eterna che si potesse mettere nero su bianco: con “C’era una volta Roma” arriva nelle librerie un omaggio “su carta” ai luoghi dimenticati, spariti o poco conosciuti della Capitale. Un volume edito da Newton Compton e scritto dagli autori Piero Santonastaso e Alessandra Spinelli, ex colleghi nella redazione de “Il Messaggero”, compagni nella vita e, ultimamente, anche in questa “avventura capitale”.
 



A ospitare la presentazione del libro, in un sabato pomeriggio prenatalizio di shopping scatenato sull’onda lunga degli sconti del Black Friday, gli spazi della Feltrinelli di Galleria Colonna, dove un tempo c’erano il Caffè Centrale e la piazza Rosa, teatro di accese dimostrazioni politiche che precedettero l’Unità d’Italia. Una curiosità che si apprende proprio leggendo uno dei capitoli del testo. Pagine che disegnano una sorta di mappa delle vecchie osterie e degli eleganti cafè che non esistono più, ma che per lungo tempo hanno ingolosito romani e non a colpi di prelibatezze e ghiottonerie. Un concentrato di luoghi genuini destinati ai sapori di una volta, che a ripensarci fanno invidia ai buongustai capitolini dei giorni nostri.
 
 
 
Davanti a un pubblico curioso tra familiari, amici e assidui lettori, a condurre la chiacchierata con l’autore Santonastaso (sua moglie Alessandra è rimasta con il papà, che si è sentito poco bene), sono state due penne raffinate che, su Roma e sul nostro Paese, hanno già detto e raccontato molto: Fabio Isman, firma storica de “Il Messaggero” e scrittore che, per essere presente oggi in libreria, ha interrotto il suo peregrinare su e giù per il Paese dove sta promuovendo il suo ultimo libro, e Ilaria Beltramme, autrice appassionante di volumi sulla Città eterna. Una presentazione che - considerando il calibro di voci a confronto - non andava persa quindi, se si voleva avere un assaggio insolito, puntuale e scientifico della Roma di oggi e del passato. Una metropoli che, nel testo firmato da Santonastaso e Spinelli, presenta il suo volto più nobile, ma anche quello più tristemente misero e mortificato. Nei capitoli infatti, si passano in rassegna diverse storie, a partire dai ritrovamenti dei crani di Sacco Pastore, appartenuti a una donna e a un uomo neandertaliani che si possono considerare i primi due romani della preistoria. Si narra poi dell’esistenza, un tempo, di Giovannipoli, la cittadella fortificata voluta da papa Giovanni VIII, per mettere al sicuro la Basilica di San Paolo dagli attacchi saraceni. Ancora, del primo volo a motore della storia di Roma, effettuato da Wilbur Wright nel 1909, ma anche dell’origine di piazza dei Calcarari, attigua a Largo di Torre Argentina. Un nome omaggio (si fa per dire) alle fornaci presenti sul posto, che venivano usate per inghiottire tonnellate di marmi e pietre della Roma antica, per farne calce.
 
Non l’ennesimo volume sulla Città eterna, quindi: leggendo il libro che gli autori dedicano ai loro figli Nicolò e Massimo - quest’ultimo in prima fila a ascoltare la presentazione della nuova “creatura” di casa -  è come se si andasse a passeggio per la Capitale, indossando un Google glass dotato di realtà aumentata. Un filtro, cioè, capace di animarla di strade, piazze e monumenti che, nel corso dei secoli, sono stati maneggiati, trasformati, distrutti e ripristinati. Immancabili, tra le storie presenti, le vite e le opere di grandi personaggi che si sono succeduti nei secoli e che hanno lasciato a Roma il proprio contributo, ahimè non sempre positivo. In questo mosaico di luoghi sconosciuti ai più, trovano spazio infatti anche le vicende di una città divorata, maltrattata, offesa da potenti deliranti e demolitori, o devastata da cardinali speculatori. La sensazione che si avverte, man mano che si procede con la lettura, è che la Roma di ieri voglia dire qualcosa alla Roma odierna. Accade nelle pagine dedicate a Sacco Pastore, dove si apprende quanto la Città eterna sia stata generosa dal punto di vista dei ritrovamenti storici, seppur non sempre capace di tutelarli; o anche in quelle in cui si ripercorre la storia dell’Asylum in Campidoglio: «Una gloria romana», lo definiscono gli autori, simbolo di «una città dell’accoglienza – si legge - che apriva le porte di più e meglio di quanto si faccia oggi». E ancora quando, nel capitolo finale, si descrive la Roma delle osterie e dei cafè che non ci sono più. Allora, non c’era la movida e neanche l’apericena, ma era «Roma che si muoveva – scrivono le quattro mani compagne di vita, e d’avventura in questo caso - ed era meglio così».
 
 
 
“C’era una volta Roma” di Piero Santonastaso e Alessandra Spinelli, Newton Compton Editori (pagg. 320, 12 euro; in formato e-book: 4,99)

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