"Addio Cencelli. Come misurare il merito in politica", il libro di Fabrizio Santori e Michele Ruschioni

Ruschioni (toiati)
di Luisa Mosello
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Giovedì 16 Novembre 2017, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 18:24

Quando la curiosità di un comunicatore incontra la passione di un politico ecco venir fuori il libro che non c'era: Addio Cencelli, come misurare il Merito in politica scritto a quattro mani da Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, e dal giornalista Michele Ruschioni. Presentato ieri sera nella libreria della Stazione Termini svela una nuova formula per mandare in pensione il famoso manuale ideato negli anni 60 dal dirigente democristiano a cui deve il nome.
 


Obiettivo: mettere ordine nella spartizione delle poltrone. Tema caldo che ha dato il là a un dibattito sulla meritocrazia in Italia fra il pubblico e i due autori, affiancati da Andrea Picardi, Giorgio La Porta ed Elena Barlozzari. Nel saggio le interviste a Massimiliano Cencelli, Vittorio Sgarbi, a Souad Sbai e Guido Crosetto. E mille aneddoti sulle carriere di politici improponibili, con sonora bacchettata a tutti gli schieramenti, senza distinzioni. 

«A forza di eleggere persone impreparate abbiamo impoverito la classe dirigente e spaventato i migliori. Risultato: un impoverimento generale», spiegava Ruschioni. Gli faceva eco Santori: «Per misurare il merito del politico di turno, è necessaria incanalare il giudizio dentro dei parametri oggettivi che possono dare il reale valore di una persona». Con una pre-condizione: l'onestà. «E non solo sulla carta» aggiungevano i presenti, ovvero gli ambasciatori del merito in fila per il firma copie.

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