Faletti è morto, addio a personaggi memorabili: da Vito Catozzo a Carlino "ti regalo un bel giumbotto"

Faletti è morto, addio a personaggi memorabili: da Vito Catozzo a Carlino "ti regalo un bel giumbotto"
di Enrico Gregori
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Venerdì 4 Luglio 2014, 13:30 - Ultimo aggiornamento: 13:41
Se da un certo punto in poi Faletti ha fatto parlare di s pi che altro come scrittore, la sua carriera di attore comico e musicista hanno comunque rappresentato tappe indimenticabili della sua vita.



Anche per lui fu culla il "Derby", locale milanese votato al cabaret da dove hanno decollato generazioni di artisti come Enzo Jannacci, Cochi e Renato, Massimo Boldi e tanti altri.



Da lì l'arrivo al "Drive In" di Antonio Ricci che, nel bene e nel male, rappresentò comunque una svolta nell'intrattenimento comico puntando tanto sul trash quanto sul surreale. E in questa dimensione i personaggi di Giorgio Faletti impreziosivano quel caravanserraglio burlesque fatto di freddure e gigionerie.



Probabilmente è la guardia giurata Vito Catozzo il personaggio più popolare di Faletti. Quel vigilante originario di un Sud generico che giocava a fare il Rambo con le sue sparate da sceriffo metropolitano. Ma anche Carlino, tutto sommato, con il suo tormentone "ti regalo un bel giumbotto", catturava l'attenzione dei telespettatori, non sono quelli dal palato facile. Carlino era il finto babbeo che, con la sua fasulla ingenuità, metteva nei guai gli adulti spesso ipocriti e scorretti. E poi Suor Daliso, l'energica monaca che terrorizzava impenitenti e malfattori.



Ma, probabilmente, il pregio di Faletti era che, pur proponendo personaggi sopra le righe, non scadeva mai nella sguaiataggine e nella parolaccia, quest'ultima frequente rimedio per strappare facilmente la risata. Lui puntava molto sulla caratterizzazione, sull tinte forti. E queste caratteristiche emergono anche dalle sue composizioni in veste di musicista.



Nel 1991, infatti, scrive per Mina "Traditore" che la "tigre di Cremona" include nell'album "Caterpillar". Nel 1992 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo in coppia con Orietta Berti con la canzone Rumba di Tango, inserita poi nel suo terzo album "Condannato a ridere".



Nel 1994 nuovamente al Festival di Sanremo si classifica al 2º posto sfiorando per una manciata di voti la vittoria e si aggiudica anche il Premio della critica con la canzone "Signor tenente" ispirata alle stragi di Capàci e di via D'Amelio, inserita nell'album "Come un cartone animato" prodotto da Danilo Amerio e premiato con un disco di platino.



Nel 1995 al Festival di Sanremo canta "L'assurdo mestiere", una sorta di preghiera-ringraziamento a Dio, rivelando una vena malinconica e riflessiva. Sempre nel medesimo festival partecipa come autore della canzone "Giovane vecchio cuore" cantata da Gigliola Cinquetti. L'album omonimo del 1995, "L'assurdo mestiere", vince il Premio Rino Gaetano per la parte letteraria delle canzoni.



Ma nella sua attività di autore musicale ha scritto anche canzoni anche per Fiordaliso (Mascalzone), due canzoni dell'album "Camminando camminando" (1996), e tutto l'album "Il dito e la luna" (1998), entrambi di Angelo Branduardi. Di quest'ultimo album fa parte "Il giocatore di biliardo", uno dei più recenti successi di Branduardi. L'ultimo disco di Giorgio Faletti, "Nonsnese, risale al 2000 ed è il sesto album di questo poliedrico artista che fa di diritto parte della storia dello spettacolo.