Calci e pugni anche a un giornalista del Carlino finito all'ospedale con il gomito rotto

Calci e pugni anche a un giornalista del Carlino finito all'ospedale con il gomito rotto
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Sabato 8 Novembre 2014, 22:14 - Ultimo aggiornamento: 22:15
Un giornalista del Resto del Carlino è stato picchiato e preso a calci al termine della manifestazione degli antagonisti bolognesi che protestavano contro la visita in un campo nomadi del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, dando l'assalto alla sua auto.

Il cronista Enrico Barbetti è stato soccorso e portato all'ospedale: si è rotto il gomito sinistro.



Il racconto. «Mi trovavo in via Erbosa quando erano già andati via tutti, polizia e manifestanti, e stavo facendo una telefonata privata - ha raccontato - A un certo punto si è formato un gruppo di 15-20 antagonisti di area anarchica: una di loro mi ha riconosciuto e mi ha chiamato a voce alta per nome e cognome, indicando la mia testata, gli altri hanno iniziato a insultarmi: 'Giornalista di merda del Carlino, per colpa tua c'è della gente in galerà».



Tensione in mattinata. Il giornalista era stato insultato già in mattinata, prima dell'arrivo del leader del Carroccio. «Io mi sono allontanato, loro mi hanno seguito e mentre qualcuno continuava a insultarmi, alcuni hanno tentato di farmi più volte lo sgambetto - ha spiegato Barbetti - A quel punto ho chiamato il 113 e mentre ero al telefono uno mi ha dato un forte calcio alla caviglia che mi ha fatto cadere a terra. Ho sbattuto il ginocchio destro e il braccio sinistro rompendomi il gomito. Mi sono rialzato e ho proseguito fino a via Arcoveggio e a quel punto loro si sono allontanati. Ringrazio per la solidarietà tutti quanti mi hanno chiamato».



La solidarietà. Al giornalista ha telefonato il sindaco Virginio Merola per esprimergli vicinanza e solidarietà: «Questo gesto rappresenta una pericolosa deriva - ha detto il primo cittadino - è una violenza squadrista e teppista che non può trovare alcuna giustificazione e motivazione. È indispensabile che le forze dell'ordine trovino al più presto i responsabili e li consegnino alla giustizia».
Solidarietà è arrivata anche dall'ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna.
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