Il mondo degli eventi continua ad essere messo a dura prova dalla pandemia. Ma non si arrende. E così, uno degli appuntamenti più seguiti e più chiacchierati di sempre, il Fashion Film Festival di Milano, si reinventa proponendo un’edizione digitale piena di allettanti proposte. Partito ieri, si inserisce per la prima volta all'interno di un altro evento che quest'anno ha subito notevoli modifiche, cioè la Milano Fashion Week dedicata alle collezioni Uomo, che inizierà, invece, domani. Si concludono, rispettivamente, il 18 e il 19 gennaio. “Cinema e moda insieme per un ponte culturale dall’Islanda all’India. È una novità assoluta”, ha dichiarato Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana. Il FFFMilano, fondato e diretto da Costanza Etro, spegne quest'anno sette candeline e propone 200 fashion film provenienti da 58 Paesi selezionati tra gli oltre 1000 arrivati.
La moda veste charity con le t-shirt solidali della onlus Happy Family Grajaú
“In un anno molto difficile, abbiamo scoperto la grande resilienza creativa dei giovani, dei designer: la creatività ha delle ali che riescono a volare molto in alto, oltre la pandemia”, ha dichiarato la direttrice.
Per il primo sarà ospitata una regista indiana, Rubaiyat Hossain, con il film “Made in Bangladesh”, visibile sulle piattaforme stasera alle ore 21, mentre per il secondo, ci sarà “Let it be Law”, un docu-film che parla della legge dell'aborto in Argentina, diretto da Juan Solanas, visibile il 17 gennaio alle ore 21. Tutti gli altri prodotti della programmazion del FFFMilano sono on demand, perciò disponibili alla visione per l'intero periodo di durata del Festival. All'aspetto puramente cinematografico, si accosta anche quello più strettamente culturale. Infatti, sul sito ufficiale ci sono anche sette conversazioni con personaggi autorevoli disponibili alla visione illimitata.
Tra queste l’incontro “Girls in Film” in cui registe da tutto il mondo discutono delle loro influenze e di come abbiano trovato la propria identità visiva, l'incontro con il pluripremiato regista Frédéric Tcheng, quello con Anna dello Russo e Costanza Etro in relazione al futuro della moda, quello con Reiner Holzemer che racconta come il suo incontro unico con Martina Margiela lo abbia portato a realizzare il documentario esclusivo “Martin Margiela: in his own words”, in cui il designer belga, per la prima volta, si racconta al pubblico. Insomma, si tratta di una kermesse completa che quest'anno ha trovato nella resilienza dei più giovani e nell'aiuto dei più grandi, la sua salvezza. Un modo per imparare, per scoprire, per rimanere curiosi anche seduti davanti ad un pc.