Le scoperte, visibili al pubblico, sono state presentate dal presidente della Commissione Pontificia di archeologia Sacra monsignor Gianfranco Ravasi, dal sovrintendente della Commissione Fabrizio Bisconti, dal coordinatore del Laboratorio di archeologia di Roma Tre Matteo Braconi. A colpire lo spettatore sono le pitture riaffiorate dall'oblio millenario. Un ciclo di figure policrome che riveste le pareti e la volta. Qui al centro spicca Orfeo (novello Cristo) che suona la sua lira. Intorno, una "danza" di pavoni, mostri marini, uccelli in atteggiamento di volo, fiori. Una simbologia che echeggia il cosmo e i suoi elementi vitali. I reperti rinvenuti dai pesanti interri, sfilano ora, dopo il restauro, nel nuovo Museo della Torretta, allestito nell'antico casale del comprensorio di San Callisto, dove l'equipe della Commissione Pontificia di archeologia Sacra ha raccolto un centinaio di pezzi provenienti dagli scavi che negli ultimi vent'anni si sono avvicendati nell'area di San Callisto. Star della mostra permanente, i sarcofagi decorati a rilievo con scene bibliche, con immagini di filosofi e muse, pastori e stagioni, allegorie cosmiche, fino ai ritratti dei defunti.
Tra queste opere, ce ne sono alcune miracolosamente (è proprio il caso di dirlo) salvate dai Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio e dalla Guardia di Finanza.