Affreschi e sale segrete: così Castel Sant'Angelo svela i tesori ritrovati

Affreschi e sale segrete: così Castel Sant'Angelo svela i tesori ritrovati
di Laura Larcan
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Domenica 11 Dicembre 2022, 08:52

Castel Sant'Angelo si prende la sua rivincita. Una ribalta che già lo scorso 4 dicembre, in occasione della prima domenica del mese dei musei gratuiti, aveva fatto registrare un record di visite. Oltre settemila ingressi in un giorno che proiettavano la fortezza dei papi (sorta sul colossale Mausoleo di Adriano) al quarto posto nella classifica nazionale, sfiorando di pochissimo la pole position dopo Colosseo, Pompei e Uffizi (che registravano ottomila persone). Ed ora la fiera mole del baluardo papalino sul Tevere, complesso museale in consegna al Ministero della Cultura, punta a rifarsi il look. Fervono i lavori nei piani alti del monumento. Gli operai stanno smontando gli ultimi tasselli dei ponteggi nelle sale, sotto la guida del personale tecnico del Castello. Il cantiere è stato imponente, articolato a più livelli, coinvolgendo una squadra di restauratori per gli affreschi e gli apparati decorativi, al fianco di storici dell'arte e architetti che hanno studiato il nuovo allestimento delle sale.

IL CANTIERE

Un'operazione che ha registrato un'accelerazione proprio con il superamento dell'emergenza dettata dal Covid. Domani pomeriggio è attesa l'inaugurazione, con l'apertura al pubblico programmata per martedì 13 dicembre. Una sorta di rinascita come regalo di Natale ai romani e ai turisti. D'altronde Castel Sant'Angelo è passato per dieci, cento, mille vite, intrecciando storia romana, personaggi, drammi da romanzo e folklore, dal Sacco di Roma all'esecuzione di Beatrice Cenci, dalle torture di Benvenuto Cellini a quelle del conte di Cagliostro. Tanto erano fredde, penose, lugubri, inospitali le prigioni del Castello, tanto appaiono ora fastose e suggestive le sale ritrovate, cuore dell'intervento.
Protagoniste, allora, le Sale Farnesiane, che devono il loro nome ad Alessandro Farnese, divenuto papa con il nome di Paolo III nel 1534 e che volle trasformare la porzione superiore del Castello da fortezza a sontuosa dimora. Una sequenza di stanze preziose che vantano i cicli di affreschi del pittore toscano Piero Buonaccorsi, detto Perin del Vaga, e della sua ampia bottega e che ora riaprono con un nuovo allestimento, dedicato alla Quadreria del museo. Splendono la Sala di Perseo, quella di Amore e Psiche, la Sala dell'Adrianeo, la Sala dei Festoni e la Cagliostra, ambiente che prende il nome, appunto, dal suo ospite (in realtà era prigioniero) più illustre. Già perché per Giuseppe Balsamo conte di Cagliostro, imprigionato a Castel Sant'Angelo per stregoneria nel 1789, si trattò di una prigione dorata. La sua pena fu scontata in questo piccolo appartamento edificato nel 1543, concepito nel segno dell'aura dei fasti rinascimentali di papa Farnese. Un gioiello di affreschi a grottesche e scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.
La visita è suggestiva.

Sotto le volte che brillano di gigli, unicorni, amorini e divinità, sfilano quadri e sculture di due importanti donazioni (Mario Menotti del 1916 e Alessandro Contini Bonacossi del 1928). Si vedono il San Girolamo nella selva di Lorenzo Lotto, dipinto quando l'artista si trovava a Roma, intorno al 1509, il Bagno di Dosso Dossi, la Giovane donna con unicorno del ravennate Luca Longhi, nella quale è forse riconoscibile Giulia Farnese. Ancora sorprese.

 

LE PRIGIONI

Nella struttura labirintica del Castello, poi, ecco svelata dopo anni di oblio la settecentesca Cappella dei Condannati, che rievoca il dramma dei condannati a morte imprigionati a Castel Sant'Angelo. Originariamente era un portico adibito a magazzino di polvere da sparo, successivamente trasformato in cappella. E oggi al centro di un ulteriore intervento, riconvertita in spazio polifunzionale immaginato come un tecnologico teatrino (firmato dallo studio larderArch). Qui echeggia la celebre aria E lucevan le stelle della Tosca di Puccini, con l'epilogo tragico ambientato in questi luoghi. Giochi di luce, oro e rosso, riecheggiano i ceri che un tempo accompagnavano le ultime preghiere dei condannati. E nelle vetrate ecco la citazione delle Carceri d'invenzione di Piranesi, il grande artista ossessionato dal fascino di Castel Sant'Angelo. E per capire nel dettaglio la complessità di questo monumento, basta entrare nelle Armerie inferiori, per trovare la nuova sala didattica hi-tech. Papa Farnese avrebbe gradito.
 

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