Animali morti, topi e scarafaggi: sotto accusa lo zoo di Buenos Aires. Fu creato a fine Ottocento da un naturalista romano

Lo zoo di Buenos Aires
di Luisa Mosello
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Lunedì 30 Luglio 2018, 20:19

Da oasi del mondo animale a luogo di degrado. Lo zoo di Buenos Aires creato nel 1875 da un pioniere italiano, il naturalista romano Clemente Onelli assiste a un vero e proprio declino. In completo stato di abbandono, invaso da topi e scarafaggi che si mescolano ai pochissimi animali rimasti, ha visto morire negli ultimi giorni, all'improvviso una giraffa e un rinoceronte femmina. L'allarme è stato lanciato dagli ambientalisti dell'America Latina e dall'ex direttore della struttura Claudio Bertonatti che ha presentato denuncia penale contro il governatore della capitale argentina individuando fra le cause del degrado anche la riduzione del personale specializzato e la mancanza di alimentazione adeguata per gli ospiti dello zoo. 
 

 

Bertonatti ha specificato anche che  «poco tempo fa il recinto dei rinoceronti ha subito una inondazione e di conseguenza una femmina, di nome Ruth, ha contratto una infezione che l'ha portata alla morte il 14 luglio». Qualche giorno prima non ce l'aveva fatta neanche una delle tre giraffe presenti ovvero Shaki che era nata i nel 2000 in questo che all'inizio del secolo scorso era davvero considerato un gioiello (e Onelli era riuscito a triplicare i visitatori portandoli da poco più di un centinaio a oltre mezzo milione l'anno). L'animale è stato colpito da uno "scompenso generalizzato". 

Già nel 2016 lo zoo aveva chiuso dopo 140 anni di attività in seguito ai decessi di tanti animali fra cui un orso polare che si chiamava Winner ed è stato ucciso dal  grande caldo, un'altra giraffa neonata e un leone marino. L'idea era di riaprirlo trasformandolo in un parco ecologico con tanto di santuari e rifugi naturali in cui i bambini avrebbero imparato a prendersi cura degli animali. Ecco allora il nuovo 'Ecoparque' che però non ha mantenuto le promesse.

 

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