Arte, tutti pazzi per Jeff Koons: Palazzo Strozzi chiude la mostra record. E ora tocca a Donatello

nella foto Jeff Koons a Palazzo Strozzi
di Laura Larcan
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Lunedì 31 Gennaio 2022, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 17:17

Una doppia festa per Jeff Koons a Firenze. Il grande erede della Pop Art non ha fatto in tempo, lo scorso 21 gennaio, a spegnere le candeline per i suoi gloriosi 67 anni, che Palazzo Strozzi ha chiuso la sua mostra evento "Shine" con numeri da record (per i tempi di pandemia Covid). Un risultato non da poco di oltre 170mila visitatori, che ha fatto registrare il tutto esaurito nelle sale dell'istituzione culturale fin dalla loro apertura a ottobre. Della serie, tutti pazzi per Jeff Koons, l'americano di York, in Pennsylvania, considerato l'erede principe della lezione di Andy Warhol, che tra provocazione e genio, virtuosisimi kitsch ed estro, ha coniato un linguaggio artistico di sculture e installazioni che ha influenzato il mondo dell’arte contemporanea, conquistando nel bene e nel male il grande pubblico. Palloncini, torte, gonfiabili, con la sua creatività stucchevole e gigiona, Jeff Koons, classe '55, seduce e divide, diverte e anima dibattiti. E i numeri gli rendono merito.

L'esposizione "Jeff Koons. Shine", curata da da Arturo Galansino e Joachim Pissarro, si posiziona come una delle mostre più visitate di sempre a Palazzo Strozzi, distinguendosi come l’evento di arte contemporanea di maggior successo del 2021 in Italia. Jeff Koons piace, è indubbio. Ma il pubblico plaude soprattutto alla qualità della mostra, costruita pezzo su pezzo con scrupolo, attenzione e stile. In stretta sinergia con lo stesso artista. «Jeff Koons.

Shine è stata una sfida vinta per Palazzo Strozzi e per Firenze, che ha dato così un grande segnale di vitalità e di ripartenza sociale, culturale ed economica - ha commentato Galansino - La risposta del pubblico e dei media ha superato le nostre aspettative e siamo davvero soddisfatti dell’enorme successo di questa mostra che ha coinvolto in modo inclusivo oltre 170.000 persone, rispecchiando lo spirito stesso dell’arte di Jeff Koons che vuol rendere il visitatore protagonista delle sue opere».

Koons d'altronde è un personaggio iperbolico. Ha il merito di aver rinnovato l'eredità dei ready-mades di Duchamp, del Dadaismo e della Pop art. La sua è un'aspirazione a comunicare con le masse, facendo leva su un vocabolario visivo che fa breccia nello spettatore, preso in prestito dalla pubblicità commerciale e dall'industria dell'entertainment, ma portando al limite estremo il confine tra linguaggio artistico e cultura popolare.

E piace soprattutto ai giovani. «Dalle analisi sui visitatori, emergono come dati importanti la grande partecipazione del pubblico under 30, che rappresenta il 30% del totale dei visitatori, e del pubblico delle famiglie», rende noto Palazzo Strozzi. A confermare la portata mediatica di Jeff Koons sono anche i dati sul fronte social. in occasione della mostra oltre 3.2 milioni di persone sono state raggiunte dai contenuti pubblicati sui profili social della Fondazione (Facebook, Instagram, Twitter e Linkedin) generando oltre 160mila interazioni tra like, commenti e condivisioni su tutte le piattaforme. Su Instagram si registrano i risultati più sorprendenti con oltre 1.8 milioni di persone coinvolte.

Dal contemporaneo all'antico, prossimo evento a Palazzo Strozzi, per il 19 marzo, è "Donatello, il Rinascimento", una mostra storica e irripetibile che mira a ricostruire lo straordinario percorso di uno dei maestri più importanti e influenti dell’arte italiana di tutti i tempi, a confronto con capolavori di artisti come Brunelleschi, Masaccio, Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Raffaello e Michelangelo. A cura di Francesco Caglioti, e concepita come un’unica mostra su due sedi, Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello. 

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