Scuola, svolta 2024: nuovi istituti tecnici, tutor e presidi vicari

Alunni formati per rispondere alle esigenze delle imprese. Per i plessi senza dirigente resa operativa la figura del vice

Scuola, svolta 2024: nuovi istituti tecnici, tutor e presidi vicari
di Lorena Loiacono
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Domenica 31 Dicembre 2023, 00:27

Il vicario torna a scuola: prenderà il posto del preside in quegli istituti che, per mancanza di iscritti, hanno pochi studenti e vengono accorpati a scuole più grandi, perdendo il dirigente scolastico e l’ufficio di segreteria. È questa una delle principali novità previste per il prossimo anno scolastico che vedrà anche debuttare la riforma dei tecnici e professionali con la formula 4+2 e l’arrivo di corsi personalizzati per gli studenti con il potenziamento del recupero.

 
IL VICEPRESIDE
L’accorpamento degli istituti, legato al dimensionamento delle scuole previsto nel Pnrr, aveva destato non poche polemiche sui territori perché rischiava di lasciare alunni e famiglie senza un riferimento importante come quello del dirigente scolastico. Ed ecco che allora, per sostituirlo, si è scelto di istituzionalizzare con il decreto Milleproroghe la figura del vicario che fino ad oggi esisteva ma solo in maniera nominale.

Nelle sedi succursali, ad esempio, è presente il collaboratore del preside che però mantiene anche il suo impegno da docente. D’ora in poi invece il vicario lascerà la cattedra e avrà un ruolo ben preciso: il testo prevede infatti che le istituzioni scolastiche accorpate possono chiedere che un docente interno ottenga l’esonero o il semi-esonero dall’insegnamento per gestire la scuola che, altrimenti, resterebbe senza una guida in presenza a partire dal prossimo anno scolastico, il 2024-2025. «Una scelta - ha spiegato il ministro Giuseppe Valditara - che da un lato conferma che nessun plesso con la riforma del dimensionamento sarà chiuso e che dall’altro consentirà di avere un servizio più capillare, a vantaggio di famiglie e territori, rispetto a quanto accadeva con la precedente organizzazione che vedeva un dirigente titolare su una sede scolastica e reggente sulle altre». 


Perché una scuola ha bisogno del vicario? Perché altrimenti soffrirebbe gli stessi disagi che patiscono le scuole in reggenza: si tratta di quelle scuole che, soprattutto negli anni passati, per mancanza di dirigenti scolastici sono state guidate dal preside di un’altra scuola. Fino ad oggi si sono infatti create criticità enormi, con casi assurdi come quello di un dirigente scolastico in Irpinia costretto a seguire migliaia di alunni, distribuiti su 38 plessi a 30 km di distanza tra loro, con 300 insegnanti e 60 collaboratori.

Un caso limite ma ce ne sono stati a centinaia con oltre dieci plessi da seguire in cui il preside riusciva a passare al massimo una volta a settimana senza riuscire a incontrare genitori e alunni.

L’istituto della reggenza è stato parzialmente superato dagli ultimi concorsi per dirigenti scolastici e adesso, per evitare gli stessi problemi con l’accorpamento delle scuole, scendono in campo i vicari: «La possibilità di ottenere gli esoneri è molto importante - spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale dei presidi - in questo modo il vicario, sollevato dai compiti della docenza, ha più tempo per dedicarsi al suo nuovo ruolo mantenendo i rapporti con le famiglie e il personale scolastico.

Auspico che, su questa strada, la scuola possa arrivare ad avere l’istituzione del middle management, una figura di cui gli istituti hanno bisogno per migliorare l’organizzazione». Il docente vicario dovrà essere sostituito da un supplente e, per coprire questa spesa aggiuntiva, il Governo ha stanziato circa 21 milioni di euro annuali: per il 2024, quindi per i primi 4 mesi del prossimo anno scolastico da settembre a dicembre, vengono stanziati 16,51 milioni di euro mentre per l’intero 2025 e a seguire arriveranno 21,41 milioni di euro annui. 


GLI ISTITUTI
Dal 2024-2025 partono anche i nuovi percorsi tecnici professionali con la formula 4+2: il diploma di scuola superiore si ottiene quindi in soli 4 anni con un anno di anticipo sul vecchio percorso e poi si accede al biennio degli Its, gli Istituti tecnici superiori post diploma altamente professionalizzanti. Si tratta di corsi biennali che garantiscono un alto tasso di occupabilità, anche superiore al 90%, e rispondono direttamente alla richiesta di personale qualificato da parte delle imprese. I corsi vengono infatti adattati all’indirizzo scelto.

Sarà possibile portare in cattedra anche degli esperti esterni, nel caso in cui dovessero servizio competenze che provengono direttamente dalle aziende. Il punto fondamentale della riforma è il collegamento della scuola con il mondo del lavoro. Sulla stessa strada anche il nuovo liceo del Made in Italy, in cui si studieranno materie giuridico-economiche, Stem quindi scienze, tecnologia, ingegneria e matematica con informatica, oltre a materie come italiano, storia e filosofia, due lingue straniere e storia dell’arte. Si completa anche l’inserimento del tutor che nel 2024-2025 andrà a regime: il docente tutor seguirà lo studente di scuola superiore aiutandolo in caso di difficoltà nell’apprendimento, con la possibilità di inserirlo in corsi di recupero ad hoc. 
 

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