Troppi bambini stranieri in classe, i genitori cambiano scuola ai figli. Il preside: «Cinque su 7 sono nati a Bari»

È accaduto in una prima elementare della scuola Don Bosco di Bari, generando una polemica

Troppi bambini stranieri in classe, i genitori cambiano scuola ai figli. Il preside: «Cinque su 7 sono nati a Bari»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 19:32

Nella prima elementare della scuola Don Bosco di Bari, i genitori di quattro bambini hanno chiesto che i propri figli venissero trasferiti in un'altra sezione. Il motivo? Troppi bimbi stranieri in classe. Ma il preside Gerardo Marchitelli precisa: «Ci sono sette alunni stranieri su 20, e cinque di loro sono nati a Bari, non hanno neanche un gap linguistico. Gli altri due sono nati in Georgia e in Bangladesh».

Preside toglie crocifisso dalle aule e scoppia la polemica: «Siamo in una scuola, non in una chiesa»

Il dirigente scolastico ha voluto rivendicare che la propria scuola «Non bada al colore della pelle», chiarendo i precisi contorni della questione. Le famiglie «sono venute a chiedermi il cambio classe nei primissimi giorni di avvio dell'anno scolastico», racconta a Repubblica. «Avendo capito la motivazione ho risposto che avrebbero avuto solo due strade, far restare i loro figli dov'erano o chiedermi il nulla osta per cambiare scuola».

I genitori, pur di non far frequentare ai propri figli bambini di origini non italiane, hanno scelto la seconda strada, optando per il trasferimento in un altro istituto. Marchitelli, però, afferma che non sia la Don Bosco ad avere un probema di razzismo «È un problema che c'è ovunque - dice -. C'è anche chi si preoccupa della presenza di un bimbo disabile perché secondo lui potrebbe rallentare la programmazione.

I muri da abbattere sono migliaia», afferma.

 

Già in passato il preside si era trovato a gestire problematiche simili, «ma nulla di grave - precisa -. E non ho paura che ora ci sia un'escalation di casi. Dopo questo episodio non ci sono più stati problemi». «La parola straniero - precisa ancora - la scuola non la conosce, noi non siamo interessati al colore della pelle, per noi i bambini sono solo alunni. Per me nessuno è straniero». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA