Una gravissima emorragia cerebrale ha spezzato la vita di Priamo Palmieri, conosciutissimo gioielliere di Pieve Torina e attivista del territorio, prima che il terremoto del 2016 cancellasse tutto quello che aveva costruito. È morto all'età di 56 anni, ma la moglie Franca e il fratello di Priamo hanno voluto onorare la sua volontà, quella di donare gli organi. E così è stato fatto. Nelle scorse ore uno straordinario lavoro di equipe, iniziato nel cuore della notte, nonostante la neve, si è perfettamente completato nel pomeriggio di ieri all’ospedale Murri di Fermo con una complessa procedura di prelievo multiorgano, resa più difficile dalle avverse condizioni meteorologiche che hanno reso proibitivi gli spostamenti.
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ANCONA
Le procedure sono iniziate mercoledì 8 febbraio in Rianimazione dove è stata constatata la morte cerebrale di Priamo Palmieri: è stata la famiglia a chiedere di ricordare così il gioielliere in Pieve Torina: un gesto di restituzione, quello del dono, per onorare il desiderio di Priamo, convinto sostenitore della donazione, specie dopo l'intervento al cuore a cui si era sottoposto ad Ancona e che gli aveva restituito la vita. «Dopo le pratiche di accertamento di morte - si legge in una nota dell'Ast di Fermo - , e raccolto il consenso dai familiari, è partita la complessa macchina della donazione, che ha visto come sempre impegnato un team di professionalità: il laboratorio analisi, la neurologia e neurofisiopatologia, la direzione medica ospedaliera del Murri di Fermo, il personale delle unità di chirurgia, urologia, nefrologia e dermatologia, l'anatomia patologica di Torrette, il Centro tipizzazione tissutale di Milano».
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LA TASK FORCE
Mentre il team fermano si occupava di accertare l’idoneità del donatore, la rete trapiantologica nazionale, coordinata a livello regionale dalla dottoressa Francesca De Pace e locale dalla dottoressa Daniela Fiore, allocava gli organi trapiantabili secondo una rigorosa e complessa lista di attesa nazionale.