Matteo Politi, il caso del finto chirurgo archiviato: «La laurea era autentica, non ha danneggiato le pazienti»

Una completa inversione di rotta sul caso mediatico e giudiziario del falso medico

Finto chirurgo Matteo Politi, caso archiviato: «La laurea era autentica, non ha danneggiato le pazienti»
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 17:37 - Ultimo aggiornamento: 20:21

Cadono completamente le accuse per Matteo Politi, conosciuto con l'inclemente appellativo di "falso chirurgo" che era stato ritenuto colpevole di truffa e falsificazione di documenti dal tribunale di Bucarest. Secondo l'accusa, infatti, tra il marzo e il dicembre del 2018, Politi si sarebbe finto medico in Romania, ingannando 9 pazienti sulle proprie qualità di medico specialista in chirurgia plastica estetica quando in realtà non sarebbe stato in possesso di alcun titolo.

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Il dietrofront della Procura di Bucarest

Ma ora gli inquirenti romeni fanno una completa inversione di rotta. L'ordinanza firmata dal procuratore romeno Ion Rascotab parla chiaro: «In base alle informazioni fornite, nessuna delle persone “lesionate” risulta aver subìto una delle conseguenze elencate in precedenza a causa degli interventi effettuati da Matteo Politi. Pertanto non risultano soddisfatti gli elementi materiali del reato di lesioni corporali».

Ma come si è arrivati a questa totale inversione di rotta? Le indagini della Procura di Bucarest hanno preso in consideraione i singoli casi delle presunte pazienti lesionate, e in particolare due testimonianze hanno contribuito a scagionare Matteo Politi. 

I casi delle due donne operate

La prima riguarda la signora Elisa P., cittadina italiana sottoposta a liposuzione addominale e delle cosce, rinoplastica e impianto di protesi mammarie, tutti interventi eseguiti da Politi.

Dalle indagini è emerso che la donna è venuta in Romania appositamente per queste operazioni chirurgiche e dopo averle effettuate è tornata in Italia senza più tornare in Romania. Dal fascicolo medico non emerge - precisa il pm - che la signora Elisa P. abbia avuto complicazioni post-operatorie. Inoltre, ha comunicato alle autorità di polizia di non considerare Politi un medico falso, contrariamente a quanto riportato dai media».

Il secondo caso è quello di Elena M. la quale, dopo essersi affidata a Politi per una doppia rinoplastica «non è stata soddisfatta, in quanto non hanno risolto il problema e ha riportato delle macchie viola sul naso, un’infiammazione permanente e una cavità di circa 5 mm nel cartilagine», decidendo di sporgere denuncia. Tuttavia, scrive il pm: «Dagli atti presenti nel fascicolo la persona lesa Elena M. non ha subìto una menomazione, non ha riportato lesioni traumatiche che avrebbero richiesto più di 90 giorni di cure mediche per guarire, non ha subìto un grave e permanente danno estetico, e non vi è alcuna evidenza che la sua vita sia stata messa in pericolo». 

Dopo il proscioglimento disposto dalla Procura, fanno sapere  gli avvocati Leonardo Ferlito e Francesco Gianzi  parlando con il Corriere della Sera: «A Bucarest attraverso il nostro collega legale Valentin Stoica sta procedendo l’iter per la revisione del processo, mentre in Italia verrà discusso in Cassazione il ricorso contro la condanna per truffa, che riteniamo non solo troppo elevata rispetto al nostro ordinamento italiano - spiegano i legali -  ma soprattutto priva di presupposti visto che la laurea in medicina conseguita da Politi a Pristina è risultata vera e valida a tutti gli effetti». 

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