La comunicazione
Un altro aspetto importante è la comunicazione. Parlare con un ragazzo di 20 anni che ha un tumore, rispetto a uno che ha 80 anni, è diverso. Per gli infermieri era come un figlio adotatto. Da quando è stato ricoverato era considerato "il pupo". Anche io lo chiamavo così. Ci scambiavamo messaggi Whataspp, che mi inviava anche all’1 di notte.