Nel mondo ci sono 422 milioni di persone che convivono con il diabete.
In Italia sono quasi quattro milioni i casi di diabete di tipo 2 e 300mila quelli di tipo 1, il cosiddetto diabete giovanile. Una patologia con importanti ricadute sociali, alle quale la Società Italiana di Diabetologia dedicherà il Forum Interdisciplinare, a Riccione, dal 21 al 23 maggio. Sia nel trattamento del diabete di tipo 1 sia del tipo 2 è assolutamente essenziale abbinare alla terapia farmacologica un corretto stile di vita: questo include un aumento dell’attività fisica: quest’ultima è importantissima per raggiungere e mantenere gli obiettivi terapeutici e per migliorare la qualità della vita dei pazienti con diabete, garantendo benefici addizionali rispetto alla sola dieta e/o alla terapia farmacologica. È pertanto di fondamentale importanza stabilire in ogni paziente con diabete un programma di attività fisica/esercizio fisico che sia in grado di produrre il massimo beneficio per la salute e, al tempo stesso, sia strutturato in funzione delle caratteristiche di ciascun individuo, analogamente a quanto avviene nella personalizzazione della dieta e della terapia farmacologica. Alla luce di queste considerazioni la Fesdi, la Federazione delle Società diabetologiche, l’intergruppo parlamentare dell’Obesità e del Diabete formato da deputati e senatori eletti nella XIX legislatura e il Coni hanno recentemente stipulato un protocollo d’intesa finalizzato all’elaborazione e all’avvio di progetti specifici che diano ampia attenzione e applicazione all’importanza dell’attività sportiva, fisica e motoria come strumento di prevenzione e di sensibilizzazione delle malattie croniche quali il diabete e l’obesità.
*Presidente SID