Eterologa, nati a Roma i primi bambini fecondati da donatrice in Italia: due gemelli

Eterologa, nati a Roma i primi bambini fecondati da donatrice in Italia: due gemelli
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Lunedì 9 Marzo 2015, 22:08 - Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 10:39

Due gemelli, un maschio e una femmina. Sono i primi bambini italiani nati da fecondzione assistita eterologa, con donazione di ovociti da parte di donatrice volontaria italiana.
Un evento che è stato reso possibile dalla sentenza della Consulta del 9 aprile scorso che ha dichiarato legittima questa tecnica. Sono nati all'Alma Res Fertility di Roma, centro diretto da Pasquale Bilotta, dove, fin da giugno, «sono state ottenute le prime gravidanze eterologhe» come fa sapere il ginecologo.

Nei primi mesi del 2014 i genitori dei gemellini che sono appena nati si sono rivolti a Bilotta dopo un lungo periodo di infertilità duranto circa 15 anni. «La fertilità della donna - fa sapere Bilotta - era risultata del tutto compromessa oltre che dall'età, 47 anni, anche da una riserva ovarica, quindi la produzione di ovociti, drasticamente e irrimediabilmente danneggiata dall'endometriosi. Una patologia delle ovai. Che è responsabile di circa il 45% di infertilità nelle donne».


La coppia è stata quindi sottoposta a fecondazione assistita eterologa con donazione di ovociti ottenuti a fresco mediante tecnica Icsi. Nell'équipe di Bilotta l'embriologo Luigi Muzii e la ginecologa Talia Capozzolo. «E' stato utilizzato - spiega ancora il medico - il trasferimento in utero di due embrioni allo stadio di blastocisti, cioè sono stati mantenuti in incubatore del laboratorio fino al quinto giorno di accrescimento. Tecnica, questa, che incrementa in modo significativo le percentuali di successo».

A luglio l'esito del test di gravidanza è risultato positivo. Per mutazioni genetiche, in primo luogo, che comportavano un elevato rischio trombotico per la gestante e, in secondo luogo, per l'età e la gemellarità che rappresentano un aumentato fattore di rischio la gravidanza è stata complicata. Il parto è avvenuto prematuramente alla 36esima settimana con il cesareo.

Per la fecondazione è stato utilizzato «il liquido seminale del marito, la selezione della donatrice è avvenuta, secondo la legge, basandosi sulla comaptibilità del gruppo sanguigno e considerando le caratteristiche fenotipiche della ricevente. Cioè il colore degli occhi, dei capelli, la acrnagione ela corporatura». Tutte le donatrici sono state sottoposte ad analisi generali, genetiche, metaboliche ed infettive ed hanno ricevuto un rimborso spese, come indicato dalla normativa.

«Questa decisione - è il commento diFilomena Gallo, avvocato segretario dell'Associazione Luca Coscioni - significa libertà, rispetto della Costituzione e nuova vita. Speriamo che la bella notizia non scateni polemiche. Mi auguro che quanto prima siano rimossi tutti gli ostacoli per le donazioni e l'accesso alle tecniche nel pubblico e che il Parlamento cancelli gli ultimi divieti».

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