Da Flaiano a Vasco Rossi, è un tutto un "sì", un "no" e un Totti

di Mario Ajello
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Lunedì 28 Novembre 2016, 17:49 - Ultimo aggiornamento: 19:50
Nella campagna referendaria ci si attacca a tutto, a tutti e anche a Totti. Come dimostra la polemica sull'utilizzo della sua immagine per il no.

Ennio Flaiano che cosa diceva? Che il no è la cosa più bella e liberatoria che esista. E Vittorio De  Sica che cosa cantava? "Dammi un bacio e ti dico di sì". C'è il "No, no, no" dei Beirut (e questa è musica alt-rock) e il no di Bob (il dylaniano "non vado a ritirare il Premio Nobel"), più il Vasco di "C'è chi dice no" anche se Rossi non vuole essere ingaggiato nella battaglia  referendaria. Ma ci sono anche tutti quei gruppi che, almeno alle orecchie di chi ama questi giochi, già dal nome sembrano sì-isti: dagli Yes (anche se sciolti ormai) agli  Yeah Yeah Yes fino ai Clap Your Hands Say Yeah.

Ma devono vedersela con l'Orchestraccia e il suo meraviglioso "None" (un no romanescamente rafforzato). E, non musicalmente parlando, Aldo Moro con chi sta?  Pare che stia con il sì e forse i sì-isti devono averlo saputo tramite una seduta spiritica, come quella che già si fece ai tempi del rapimento dello statista democristiano. Antonio Gramsci invece è stato ingaggiato da quelli del no. Magari insieme al suo dirimpettaio Benedetto Croce il quale definì la Costituzione "un capolavoro di sapienza giuridica" probabilmente irripetibile. Ma suvvia...

Il fatto è che non si butta via niente e ci si aggrappa a tutto, alla musica, alla storia, alla pittura, da parte di entrambi i fronti referendari impegnati nella doppia crociata. Pare che Cecco del Caravaggio, maestro scomparso nel 1620, abbia tifato anzitempo per il no, e infatti è diventato  testimonial di uno dei più attivi testimonial anti-riforma, lo storico dell'arte Tomaso Montanari.

Una risata li seppellirà (sotto una montagna di sì o di no).
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