Enrico Vaime e il «senso d'umorismo diventato carne e ossa», il ricordo di Marco Presta

Enrico Vaime e il «senso d'umorismo diventato carne e ossa», il ricordo di Marco Presta
di Marco Presta
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Lunedì 29 Marzo 2021, 21:58

Enrico era il senso dell’umorismo diventato creatura in carne e ossa, passare due ore con lui significava ascoltare battute fulminanti, strabilianti piroette verbali e racconti meravigliosi su Flaiano, Zavattini, Marcello Marchesi. Io ho avuto la fortuna di essergli amico e di lavorare con lui, vederlo seduto al tavolo a inventare gag è un ricordo che non baratterei con niente. Enrico che fumava tutte le sigarette del mondo, Enrico che carezzava il suo cane – perché i cani sono «brave persone» – , Enrico che guardava con ironia tutto, anche il suo talento, Enrico che amava i figli con una profondità che quasi lo imbarazzava, Enrico sempre generoso ai limiti della dissipazione, Enrico scrittore straordinario e affabulatore affascinante, Enrico cinico come tutti i veri, grandi romantici, Enrico che ti spiegava perché «Stardust» è la canzone più bella del mondo, Enrico malinconico e solo, come capita sempre ai grandi umoristi. Ci ha lasciato tanto, più di quanto lui stesso non immaginasse. Da oggi, quando guarderò le nuvole nel cielo, penserò che è solo il fumo della sua ennesima sigaretta.

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