Roma, sgomberati gli abusivi dalla "Casa dei nonni": così occupavano gli appartamenti da due anni

Tre persone occupavano senza titolo case riservate agli over 65 al Collatino

Roma, sgomberati gli abusivi dalla "Casa dei nonni": occupavano gli appartamenti da due anni
di Fernando M. Magliaro
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Venerdì 26 Gennaio 2024, 06:18 - Ultimo aggiornamento: 06:19

Sono stati sgomberati ieri mattina due appartamenti occupati abusivamente alla Casa dei Nonni, a Ponte di Nona. L'operazione è stata condotta all'alba dagli agenti della polizia locale e dalle pattuglie del Gruppo sicurezza sociale urbana dei vigili urbani, con il supporto di uomini del Gruppo Sicurezza pubblica emergenziale. All'interno degli alloggi destinati a over 65, gli agenti hanno trovato tre persone, due uomini e una donna. Sul posto, è intervenuta anche la polizia di Stato e la Sala operativa sociale di Roma Capitale che ha offerto assistenza alloggiativa alternativa.

DUE ANNI

Gli agenti della municipale, come detto, hanno trovato tre persone: una coppia, un uomo e una donna, entrambi sui quaranta all'interno di uno degli appartamenti sgomberati. Nell'altra casa, invece, un sessantenne. Tutti e tre italiani e, ovviamente, senza titolo occupavano le case da un paio di anni. Sono i primi sgomberi che avvengono nella Casa dei Nonni: nelle prossime settimane, non appena terminate le ultime fasi di controllo, sono attesi altri sgomberi.

LA STORIA

La Casa dei nonni venne inaugurata nell'estate 2012 in via Luigi Crocco, a Lunghezzina, periferia est della Capitale, dall'allora vicesindaco della Giunta Alemanno, Sveva Belviso, che era anche assessore ai Servizi sociali.

Si tratta di 94 appartamenti di edilizia residenziale pubblica esplicitamente riservati ad over 65 con fragilità economica, assegnati in base alle graduatorie previste per gli alloggi Erp. Una delle particolarità è che le case erano collegate con un videocitofono alla centrale operativa del presidio della Croce Rossa realizzato al piano terra della palazzina. Dentro la struttura anche una sala fitness e massaggi per la riabilitazione motoria, una struttura ricreativa per la socializzazione e lo svago, gazebo, parcheggi. L'idea era stata mutuata prendendola a prestito dal sistema di welfare dei paesi scandinavi e avrebbe dovuto costituire un anello di raccordo fra l'assistenza sociale e quella sanitaria, riducendo, ad esempio, ricoveri ospedalieri non necessari ed evitando la solitudine che spesso accompagna la terza età.

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DEGRADO

Dopo pochi anni, però, l'abbandono da parte del Campidoglio ha rapidamente condotto nel degrado la struttura. Appartamenti occupati abusivamente, videocitofoni che si rompono e non vengono più riparati, riscaldamenti che ogni inverno si fermano, assistenza che si sfibra fino a scomparire, anziani che, alla fine rimangono soli e finiscono per dover sostenere autonomamente servizi essenziali, incursioni costanti da parte dei residenti del vicino campo rom di via di Salone.

OCCUPAZIONI

La piaga principale è quella delle occupazioni delle case da parte di chi non ha titolo. Per arrivare agli sgomberi, l'iter è lento: occorrono indagini e sentenze che spesso tardano anni ad arrivare finendo per garantire la sostanziale impunità a chi occupa. L'ultimo caso, eclatante, lo scorso novembre. All'inizio del mese, un 85 viene ricoverato in ospedale. Al rientro, dopo qualche giorno, l'uomo si ritrova fuori di casa: approfittando della sua assenza, infatti, una famiglia di quattro persone, inclusi due minorenni, si era introdotta nell'immobile e lo aveva occupato. Dopo la denuncia da parte del legittimo assegnatario e gli accertamenti di rito, i vigili urbani erano riusciti a restituire la casa all'ottantacinquenne. Ali occupanti, una ragazza di 23 anni e il suo compagno di 28, era stata offerta assistenza alloggiativa, rifiutata, ed erano però anche stati deferiti all'autorità giudiziaria.

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