Animal House/di Marco Pasqua - Se il cane diventa un peso con lo stop allo smart working

Animal House/di Marco Pasqua - Se il cane diventa un peso con lo stop allo smart working
di Marco Pasqua
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Martedì 1 Novembre 2022, 20:31 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 20:51

C'è un dato inquietante, che racconta una delle conseguenze nefaste del boom di adozioni (e acquisti) di animali durante la pandemia. Sì, quando tutti erano costretti a stare a casa e l'illusione di poter avere più tempo a disposizione, li spingeva a trovare dei modi per riempire quel vuoto. Quella realtà viene fotografata bene da un'indagine svolta da YouGov e commissionata da Readly. Intanto, sulla scelta di quale animale accogliere, a vincere era stato il cane (43% degli italiani), seguito da gatto (39%), e poi via via da pesci (12%), uccelli (10%), criceti e cavie o conigli (6%), rettili (4%). E ora che la pandemia (appare) finita e il tempo che trascorriamo in casa si è ridotto? Ecco allora, che se il 76% dei proprietari è felice della propria scelta, la ricerca evidenzia che invece per alcuni il progressivo rientro in ufficio e l'abbandono graduale dello smart working rappresenta un ostacolo alla cura del proprio animale domestico.

Oggi infatti il 16% delle persone rimpiange la decisione di averlo accolto e il 9% afferma di non potersene più occupare. Il 7% non è sicuro di aver fatto la scelta giusta e per il 12% la fine dello smart working ha coinciso con la necessità di affidare il proprio animale a una pet-sitter. Sicuramente meglio della gabbia di un canile.

marco.pasqua@ilmessaggero.it

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