«Pure i gabbiani so’ coatti a Roma»

di Raffaella Troili
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Mercoledì 27 Novembre 2013, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 07:43
Gabbiani grossi come bambini

(in centro a Roma) che ti sfidano

guardandoti negli occhi e tu vorresti

solo dargli i portafogli e scappare via




@contingenze



I vestiti da casa, le ciabatte, lo zuccotto. Inconfondibili le gattare di Roma, l’occhio dolce e stralunato di chi ha una missione da compiere. Un’istituzione, che da un po’ si è accollata pure i gabbiani scesi a terra (c’è da chiedersi perché: sono ingrassati? Gli stiamo simpatici? Trovano cibo nei cassonetti colmi di rifiuti?). Sempre più spesso passeggiano sotto casa, su marciapiedi e auto, s’impicciano dentro le finestre, fanno concorrenza ai felini, non temono i cani, tantomeno gli uomini. Sono 20 mila: reali, anzi invadenti, lanciano escrementi e sghignazzano la notte. Eppure «nessuno può comprendere la poesia dei gabbiani di Roma» twitta @mynameis_mine. C’è quello famoso, di via Monza che aspetta gli avanzi del pesce in mezzo al traffico, intanto è diventato una balena. E molti altri che hanno deciso che alla fin fine quaggiù a terra, pensate un po’, tra noi, non si vive così male. A occuparsi di loro, sempre le gattare. In via Aquileia (Corso Trieste) ce n’è una che sfama gabbiano e gatto, entrambi si avvicinano al piatto e se lo dividono. Un altro si trova bene in via Nardi, all’Appio, è grande come e più di un micio, vola basso e gongola soddisfatto su e giù sull’asfalto, trova sempre un piattino o una scatoletta. I messaggi su twitter confermano l’invasione: «Stamattina ci sono più gabbiani sul cortile di casa mia che ad Ostia!!!» (@fra_bordoni); «questa non è più Roma. Pure l'uccelli hanno imbruttito. L'altro giorno, qui davanti, un gabbiano s'è magnato un gatto vivo. #Suburra (Einaudieditore). Come scrive er_canaro «Pure i gabbiani so’ coatti a Roma».