Scuola, a Roma aumentano gli episodi di violenza. I presidi: «Contro i bulli servono più telecamere»

Dalle materne ai licei, 500 istituti non sono dotati di allarmi o videosorveglianza

Scuola, a Roma aumentano gli episodi di violenza. I presidi: «Contro i bulli servono più telecamere»
di Camilla Mozzetti
4 Minuti di Lettura
Martedì 26 Settembre 2023, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 08:11

La richiesta è semplice e complicata al contempo: trovare il modo per ridurre gli episodi di violenza fra minori, che si menano per strada ma le se promettono prima a scuola, e dotare gli istituti di quei sistemi di vigilanza e videosorveglianza utili a risalire ai responsabili di atti vandalici, risse e furti. L'ultimo episodio avvenuto all'istituto agrario "Sereni" - è il caso di dirlo - ha fatto "scuola". Qui, alcuni giorni fa diverse mucche sono state colpite da decine di frecce. Alcune sono state abbattute per l'entità delle ferite riportate mentre gli aggressori sono ancora da trovare.

Per questo ma anche per chiarire ad esempio la dinamica dell'ultima rissa scoppiata tra alcune 13enni la scorsa settimana di fronte a un istituto comprensivo di Roma nord, i presidi e le associazioni di categoria tornano a chiedere a gran voce una cosa semplice: «Istallare in tutti gli istituti, siano essi gestiti dal Campidoglio che dalla Città Metropolitana - spiega Mario Rusconi a capo dell'AssoPresidi di Roma - dei sistemi di vigilanza, antintrusione, con telecamere all'esterno del circuito scolastico, per disincentivare la violenza fra minori o comunque risalire anche ai protagonisti delle risse.

La copertura permetterebbe anche di risalire agevolmente ai responsabili di raid vandalici e furti e all'individuazione degli spacciatori di sostanze stupefacenti. Troppe scuole sono state prese di mira da diversi anni e il costo della protezione è sicuramente inferiore rispetto a quanto poi la comunità ha dovuto spendere per il ristoro dei danni».

I NUMERI

Ma qual è lo stato dell'arte sulla vigilanza nelle scuole ma soprattutto nelle pertinenze di esse? Al Sereni, dopo l'assalto al bestiame, la Città Metropolitana, che gestisce le scuole superiori della Capitale, ha isolato 50 mila euro da investire subito per dotare l'istituto di un sistema di video sorveglianza «nei luoghi più sensibili - spiega il consigliere delegato all'edilizia scolastica Daniele Parrucci - ovvero in prossimità dei cancelli, dei laboratori, all'entrata». I genitori e i docenti avevano anche avviato anche una raccolta fondi e le risorse cumulate potranno dunque essere spese per altro. Ma gli altri istituti? C'è da premettere che tanto per le scuole gestite dal Campidoglio che per le strutture ricadenti nel potere dell'ex provincia è necessario che arrivino richieste specifiche se non dai Municipi dagli istituti stessi. «Per le scuole superiori che sono 350 - prosegue Parrucci - un terzo è coperto dagli impianti mentre sono da poco arrivate le richieste del liceo Ruiz e dell'istituto Colombo». Tempi? È necessario trovare le risorse «su cui stiamo lavorando - conclude il consigliere - in vista del Bilancio di fine anno».

E sul fronte delle scuole comunali? I numeri arrivano dall'assessorato ai Lavori pubblici che si occupa materialmente di riceve le richieste e procedere con le gare e le seguenti assegnazioni. Dunque: su 1.200 plessi, 915 sono dotati di sistemi vari che vanno da quelli di videosorveglianza ai videocitofoni ai rilevatori di movimento. Gli ultimi 127 sono stati istallati attraverso una gara suddivisa in tre lotti da 2.800.000 euro. I lavori sono ancora in corso. Facendo però l'analisi tra impianti esistenti che pure molte volte vanno in blocco - come sottolineano alcuni dirigenti - e che pertanto richiedono una manutenzione ciclica, 519 scuole - fra quelle di Roma Capitale e della Città Metropolitana - sono di fatto senza allarmi. «Servono attenzione, risorse e progetti a breve e medio termine, perché - conclude Rusconi - se non si devono militarizzare le scuole è necessario però un controllo continuo soprattutto in un periodo dove stiamo assistendo a un rigurgito di violenza fra giovanissimi e a una serie di furti operati anche da persone esterne alla scuola che traggono profitto nella rivendita illegale di quanto sottratto alla comunità scolastica. Naturalmente non dimentichiamo i progetti educativi per insegnare ai giovani il rispetto dell'altro e delle diversità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA