Roma, ospedali in affanno: contratti prolungati dalla Regione fino a dicembre per medici ed infermieri

Roma, ospedali in affanno: contratti prolungati fino a dicembre per medici ed infermieri
di Flaminia Savelli
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Lunedì 12 Aprile 2021, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 17:42

La carica dei camici bianchi assunti un anno fa per l’emergenza Covid rischia di sparire dagli ospedali. I 3.500 contratti degli infermieri e i 500 dei medici specialisti, sono infatti tutti in scadenza. Con il termine ormai davvero vicino: il 30 aprile, se non arriverà in tempi utili la proroga, non potranno presentarsi in ospedale. Intanto una prima rassicurazione è arrivata ieri dalla Pisana. Il piano per le risorse prevede dunque di allungare i contratti prossimi alla scadenza fino al prossimo dicembre. Le bozze stanno circolando in queste ore sulle scrivanie degli uffici delle direzioni generali. Ma la tensione resta altissima con le strutture sanitarie travolte dalla terza ondata della pandemia e i reparti in affanno per il record di pazienti. Tanto che come richiesto dal direttore generale della rete ospedaliera, Giuseppe Spiga, dalla scorsa settimana sono stati aumentati i posti letto dei reparti Covid. E ad assistere i 3460 contagiati al momento ricoverati sono soprattutto proprio i medici e gli infermieri reclutati lo scorso anno, quando l’epidemia era appena scoppiata. Una misura straordinaria che ha però solo tamponato, e non del tutto, la carenza di personale negli ospedali.

“Guardie e a gettone”

Ecco perché nei pronto soccorso dallo scorso gennaio è stato necessario organizzare i turni di guardia con gli specialisti “a gettone”: 60euro l’ora per prestare servizio nei reparti più sguarniti. Come nei pronto soccorso di Civitavecchia e di Viterbo. I primi ad accusare l’assenza di specialisti in reparto. «Abbiamo più volte richiesto alla regione di cercare una soluzione definitiva e assicurare un numero adeguato di medici e infermieri. I nostri ospedali sono pieni di pazienti ricoverati in terapia sub intensiva e intensiva con il rischio di non poter loro assicurare la necessaria assistenza» denuncia Giulio Maria Ricciuto, presidente Simeu Lazio e direttore del DEA dell’ASL Roma 3.

L’allarme per la mancanza di camici bianchi, è scattato a più riprese dallo scorso aprile: «Gli ospedali più in sofferenza - precisa il dottor Ricciuto - sono quelli periferici. Per ora l’unica possibilità di garantire gli adeguati standard di assistenza, è di riconfermare i “reclutati” dello scorso aprile che in questi 12 mesi sono stati formati». Ma la maxi - proroga sui la Regione sta lavorando, potrebbe non essere sufficiente.

L’emergenza

Dei 3.500 camici bianchi assunti a tempo determinato, ci sono anche i 1000 specializzandi: «Sono entrati tutti nelle scuole di specializzazione - conclude Ricciuto - e da febbraio stanno andando via dagli ospedali. Anche su questo abbiamo richiesto alla Regione di intervenire e provvedere ma ancora non abbiamo ottenuto risposta». Infine c’è il personale prossimo alla pensione: «Parliamo di numeri considerevoli - segnala Roberto Chierchia, segretario generale Cisl Fp lazio- che abbiamo presentato agli uffici competenti. Senza torn over e nuove assunzioni a tempo indeterminato, gli ospedali non possono reggere sotto tutta questa pressione. È necessario, come abbiamo più volte sottolineato, programmare le nuove assunzioni sia per gli infermieri che per i medici». 

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