Rifiuti, Zingaretti: «A Roma serve una nuova discarica». No di Raggi: «Difendiamo la città»

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti
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Giovedì 31 Gennaio 2019, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 17:32

Roma deve essere autonoma per quanto riguarda gli impianti di smaltimento dei rifiuti, e di conseguenza, viste anche le tendezne della raccolta differenziata, avrà bisogno di una discarica di servizio per i materiali di scarto, da individuare sul suo territorio comunale. Lo dicono le linee guida del Piano rifiuti 2019-2025 approvate stamattina dalla giunta della Regione Lazio: «Una discarica? È la soluzione più congrua», ha affermato il governatore Nicola Zingaretti.

 



«Oggi abbiamo sentito notizie allarmanti provenire dalla Regione. Quel Pd che nel 2013 festeggiava la chiusura di Malagrotta oggi chiede la riapertura di una discarica a Roma, è gravissimo. In questa Aula siamo chiamati a difendere Roma», ha risposto il sindaco di Roma, Virginia Raggi, definendo quella presentata dalla M5S sul tema «una mozione di urgenza. Roma ha dato tanto, ricordo che ha avuto la discarica più grande d'Europa». 

Il programma della Regione, quello controfirmato dall'assessore Massimiliano Valeriani, nel suo complesso certo ambizioso, che punta al 70% di differenziata, alla riduzione dei rifiuti e a una virata forte verso l'economia circolare. Perché diventi legge bisognerà aspettare almeno fino alla fine dell'anno: sei mesi di Valutazione ambientale strategica, poi i passaggi in commissione e Consiglio. Ma intanto il testo ha già innescato lo scontro con il Campidoglio nella parte in cui, in virtù dei principi di 'autosufficienza e prossimità', si propone appunto di definire un sub-Ato "romano", cioè un'area autosufficiente in cui il ciclo si apra e si chiuda, tutto interno ai confini della Capitale, sottoposta a una 'Autorità' vera, che, la Regione non lo esclude, potrebbe anche avere il potere di commissariare gli inadempienti. «No a una nuova Malagrotta. Il Pd ha atteso 7 anni per annunciare un Piano Regionale dei Rifiuti e oggi, dopo due sentenze del Tar che minacciavano il commissariamento della Regione a guida Dem, propone di fare una discarica a Roma. È vergognoso», ha tuonato il capogruppo comunale M5s Giuliano Pacetti, supportato dal deputato Stefano Vignaroli, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, e da altri parlamentari pentastellati. E anche in assemblea capitolina è stata subito bagarre con il Pd. «Una menzogna - la replica di Enzo Foschi del Pd Lazio - si tratta di una discarica di servizio piccola dove conferire scarti inerti e inodori».

La Regione mette in fila i dati: Roma è al 44,5% di differenziata (contro i 45,5 del Lazio), produce da sola il 60% dei rifiuti ma smaltisce fuori dai suoi confini il 100% degli indifferenziati. Un quadro troppo sbilanciato: «Se Roma raggiunge livelli tali per cui la discarica non servirà io sarò contento di essermi sbagliato - ha affermato Zingaretti - ma a trend e ritmi attuali, e considerando che ogni 20 giorni devo alzare il telefono e cercare una Regione che si prenda i rifiuti di Roma, abbiamo il dovere di indicare la soluzione più congrua».

Sì, ma dove? Nelle aree, ha spiegato Valeriani, già indicate dalla Città metropolitana. Qualche settimana fa si parlò di IV Municipio ai confini di Guidonia, di una zona tra Ostia e il Laurentino, un'altra ai confini con Fiumicino e un'ultima alle estreme propaggini del XIV. Già ieri la sindaca Virginia Raggi aveva messo le mani avanti, scrivendo sia a Zingaretti che al ministro Sergio Costa per chiedere di evitare di realizzare nuovi impianti in aree che hanno già subito un impatto sanitario o ambientale. E oggi Costa ha chiesto alla Regione di tenerne conto: «È l'elemento significativo, che dirime anche la faccenda di una eventuale discarica» ha detto il ministro.

Gli stessi pentastellati regionali, del resto, sono su una linea più moderata rispetto ai colleghi capitolini: non vessare territori già esausti, come la Valle Galeria, ha chiesto il presidente della commissione Rifiuti Marco Cacciatore. Per il resto «bisogna vedere come saranno applicati» ma «sui principi del Piano, poco da eccepire». Economia circolare, riduzione dei rifiuti all'origine, tariffa puntuale (meno si inquina e meno si paga), dimezzamento del fabbisogno di inceneritori, lotta alle infiltrazioni mafiose sono tutti temi che certo non contrastano con i valori a Cinque Stelle. E poi c'è la riconversione del termovalorizzatore di Colleferro in impianto di trattamento a freddo, che sarà ultimata nel 2021 e che è già stata benedetta dallo stesso ministro Costa.

«Il Lazio ha bisogno di nuovi impianti, invece Nicola Zingaretti fa esattamente il contrario: chiude i termovalorizzatori e spinge addirittura per una discarica di servizio a Roma. È anacronistico». Così il capogruppo della Lega in Consiglio regionale del Lazio Orlando Angelo Tripodi e il consigliere Laura Corrotti, in una nota. «Anche l'Europa, di cui Zingaretti si riempie la bocca quotidianamente - aggiungono - ha intimato la chiusura delle discariche a differenza di quanto prodotto finora dal presidente della Regione Lazio con la delibera 199/2016, che aumenterebbe le volumetrie ai siti esistenti. La smetta di dare lezioni, anche perché è stato il centrosinistra a mandare in tilt il
ciclo dei rifiuti - sostengono Tripodi e Corrotti - chiudendo Malagrotta e non individuando una soluzione.
Anzi Zingaretti ha promosso l'ex presidente di Ama Daniele Fortini, l'ideatore, insieme a Ignazio Marino, degli ecodistretti mai decollati, a capo di Lazio Ambiente. Se queste sono le politiche innovative attese dal 2013, allora il governatore del Lazio si dimetta e pensi al Pd, altrimenti sia commissariato per incapacità. La Regione ha bisogno di un governo capace di pianificare e risolvere i problemi. I rifiuti sono una risorsa, basta portarli fuori regione o all'estero con l'aggravio della Tari», concludono Tripodi e Corrotti.

 

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