Elezioni Roma: «Basta emergenze, torniamo a correre». Confronto tra Calenda, Gualtieri, Michetti e Raggi al Messaggero

Elezioni Roma: «Basta emergenze, torniamo a correre». Confronto tra Calenda, Gualtieri, Michetti e Raggi al Messaggero
di Lorenzo De Cicco e Francesco Pacifico
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Giovedì 23 Settembre 2021, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 15:21

Novanta minuti. Un match. A dieci giorni dal voto, nella redazione del Messaggero in via del Tritone, va in onda la sfida sui programmi dei 4 principali candidati a sindaco di Roma. Ci sono tutti: il primo ad arrivare è il candidato del centrosinistra, Roberto Gualtieri. Poi Enrico Michetti del centrodestra, Carlo Calenda, che corre con la “sua” Azione e i renziani, e la sindaca uscente Virginia Raggi, a caccia del bis con il M5S. All’incontro, moderato dal direttore Massimo Martinelli, si parla di tutto (in rigoroso ordine alfabetico): dell’emergenza dei rifiuti, dei guai dei trasporti, dei piani per rilanciare la Capitale, con il volano del Giubileo, del Pnrr, la candidatura a Expo 2030. Si parla, inevitabilmente, anche del Covid. «Ho condotto Roma fuori dalla pandemia», dice Raggi. «Il sindaco di Roma è stato totalmente assente sul Covid, non ha mai neanche telefonato all’assessore D’Amato e al presidente Zingaretti», ribatte Gualtieri.

RIFIUTI

La spazzatura è l’emergenza numero uno per i romani. Mancano gli impianti. Calenda propone di «raddoppiare il termovalorizzatore di San Vittore. Poi bisogna mettere Ama dentro Acea. Ama oggi ha il 40% di mezzi non funzionanti, non ci sono spazzini per strada, ne servono 5mila», anche utilizzando «i percettori del reddito di cittadinanza». Per il leader di Azione servono 13.500 cestini in più e vanno riammodernati i Tmb. «Sul termovalorizzatore diciamo la stessa cosa: serve un rafforzamento di quello esistente, è sbagliato crearne uno nuovo in città - spiega Gualtieri - Bisogna realizzare impianti moderni di trattamento, a partire dalle bioraffinere, poi servono due Tmb di nuova generazione». L’ex ministro dell’Economia pensa ad «un riassetto dell’Ama, tramite “l’Ama di municipio”, per rendere il servizio più efficiente e capillare e responsabilizzare i meccanismi di raccolta nei quartieri. Tutto questo farà sparire i cassonetti, che non esistono in altre città. Gradualmente, perché ci vorrà tempo dopo l’immobilismo di questi anni. Ma siamo convinti che con questa nuova organizzazione si potrà arrivare al 65-70 di differenziata entro 5 anni». Sulla Tari, oggi tra le più salate d’Italia, Gualtieri promette: «Con una tariffa puntuale, si può arrivare a ridurla del 20 per cento». Per Michetti «il problema è che il piano rifiuti del 2012 è rimasto lettera morta. Non ho pregiudizi ideologici, impianti ne servono, e tanti, per il trattamento e per il riciclo. Abbiamo bisogno di una discarica di servizio. Faremo con fermezza tutti gli impianti necessari. Altrimenti oggi abbiamo i cinghiali e i gabbiani e domani avremo il colera. Con l’immobilismo andiamo a sbattere». Raggi risponde che «Ama ha finalmente un piano industriale da 340 milioni di euro, dei quali 140 sono già in terra. Per cosa? Per i famosi spazzini: abbiamo fatto il concorso e arriveranno. Ama aveva camion vecchi di 20 anni fermi nei depositi, oggi abbiamo i mezzi che ricominciano a pulire le strade». La sindaca ricorda l’incendio del Tmb del Salario di fine 2018 e attacca la Regione: «Nel Lazio ci sono solo 2 discariche, la Lombardia ha 30 impianti». Replica Gualtieri: «Serve un principio di realtà, sento parlare della Regione che deve realizzare gli impianti dei rifiuti quando è noto che deve solo autorizzarli. E Ama in questi anni non ha fatto richieste».

 

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PULIZIA E DECORO

Calenda promette come primo atto in Comune un «piano di pulizia straordinario da 38 milioni di euro per pulire i marciapiedi dalle erbacce, togliere le scritte sui muri, liberare le caditoie, spazzare intorno ai cassonetti».

Anche Gualtieri assicura: «Ordinerò una pulizia straordinaria della città, che non è mai stata purtroppo così sporca e che deve essere coordinata anche con la potatura degli alberi. Parallelamente, partiremo con la riorganizzazione di Ama». Per Michetti, «Roma deve ripartire dalle periferie, istituiremo un assessore ad hoc, che si occuperà h24 della ricucitura dell’area urbana e suburbana. Ripuliremo la stazione Termini e Tiburtina». Raggi si difende: «Nei prossimi giorni saranno operativi nuovi spazzini che abbiamo assunto dopo un concorso regolare e sarà avviato a fine anno il servizio di diserbo e ripristino dei marciapiedi, che abbiamo dovuto togliere ad Ama per una gestione pessima».

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LE STRADE

Altro terreno di scontro, le buche. «Va raddoppiato l’investimento per le strade, oggi sono circa 50 milioni per la manutenzione straordinaria e vanno portati a 100 milioni - dice Calenda - I municipi non hanno la forza di fare manutenzione, serve una centrale unica al Comune per riordinare gli appalti. Il controllo invece rimarrebbe ai municipi». Per Gualtieri, il Campidoglio oggi «spende poco e male sulla manutenzione, meno di 50 milioni su quella ordinaria, che poi è fatta anche male, come si vede in questi cantieri elettorali, perché si fa solo il “tappetino” invece di tutto il manto». Per il candidato del Pd, «bisogna portare da 69 a 129 milioni la manutenzione straordinaria; senza interventi straordinari avremo sempre questo meccanismo delle buche tappate che si rigenerano». Gualtieri non è d’accordo con Calenda: «Non si può spostare la competenza della viabilità secondaria a Roma Capitale, bisogna potenziare i municipi. Sugli interventi delle ditte dei sotto-servizi, serve maggiore coordinamento». Per Michetti, «la manutenzione deve essere ciclica, alla stessa azienda si assegna sia quella ordinaria che la straordinaria, sotto i 50 centimetri. Va curata la fase esecutiva, serve una buona direzione lavori, poi all’esito dei cantieri è corretto che ci sia un collaudo». Raggi ribatte così all’avvocato scelto da FdI: «Se scendi di 50 centimetri vai in miniera, la manutenzione straordinaria è un pelino inferiore... Ma l’abbiamo fatta». La grillina afferma poi di avere riparato «oltre 800 chilometri di strade di grande viabilità» e dà la colpa ai municipi (in particolare a quelli «a guida Pd») per l’asfalto slabbrato. «Ma commissarierò i municipi inadempienti». Risposta di Michetti: «I 40-50 centimetri di scavo li ho rilevati nei capitolati del Comune». E Gualtieri sui municipi dem “colpevoli” per le buche: «È totalmente inventato, i cittadini sanno come stanno le cose».

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TURISMO

Settore strategico. «La spesa dei turisti è molto inferiore a quella nazionale, 80 euro – ricorda Calenda – è la metà di quella di Parigi. Qui vengono turisti che devono mettere una x sul Colosseo e sui Musei vaticani, ma non tornano perché la città è sgradevole. Il Centro storico si è svuotato, Roma si sta “b&bizzando”. Va fatta una regolamentazione, creati eventi per rafforzare l’offerta museale, puntare sul turismo congressuale. Vincoleremo parte della tassa di soggiorno ad iniziative di promozione per i turisti e parte per il decoro». «Da sindaco guarderò tutti i giorni il numero dei turisti», promette Gualtieri. «Oggi a Roma il turismo è di bassa qualità: si sta pochi giorni e si tende a non tornare, con un alto consumo del territorio e un basso valore aggiunto; serve un salto di qualità con l’attribuzione della delega per il turismo ai vertici dell’amministrazione. Poi creeremo come a Milano una struttura che sia chiama Dmo (destination management organization) insieme ai soggetti privati. Si deve diversificare l’offerta in tutti i quartieri». L’ex ministro ha promesso di dare battaglia «all’abusivismo ricettivo» e di intervenire contro «lo spopolamento del Centro storico, che porta un processo di “disneyzzazione”». «Trent’anni fa Roma era la città più visitata al mondo – il ragionamento di Michetti - Poi ci siamo cullati nel fatto che i turisti cadessero a pioggia. C’è bisogno di pianificazione, infrastrutture che garantiscano una mobilità dignitosa, infrastrutture digitali, mettere in rete circuiti per l’accoglienza, serve un contrasto fortissimo all’abusivismo. Va rilanciato il brand Roma e rivalutato l’ente fiera. Le olimpiadi sono state un’occasione persa, ora c’è l’Expo e il Giubileo». Raggi sottolinea che «grandi gruppi internazionali stanno acquistando catene di hotel di super lusso, un paio sono stati già aperti, altri 16 stanno arrivando». E ha lanciato il progetto del «quadrilatero del lusso, partendo da piazza Augusto Imperatore, con il Mausoleo di Augusto, via Veneto in corso di riqualificazione, così come piazza di Spagna».

SVILUPPO

Come rilanciare l’economia di Roma? Per Calenda oggi «gli investitori scappano, la prima cosa è tenere quello che hai. Bisogna creare un politecnico, un centro di elaborazione dei dati medici e sanitari, bisogna intervenire nel settore agricolo, con un istituto superiore per l’agricoltura 4.0». Per l’ex ministro dello Sviluppo, serve una task force per le emergenze. «La prima è il Giubileo, abbiamo bisogno rapidamente di commissario con poteri straordinari. Poi serve una struttura di missione per i progetti del Pnrr». Per Gualtieri, «Roma in questi anni non ha fatto una politica economica-industriale». Parla di «un grande polo dell’audiovisivo, del programma Roma creative, per sostenere le imprese giovanili. Il progetto Technolpol è fondamentale; sull’ambito biomedicale, della transizione energetica e del digitale, dobbiamo favorire i distretti industriali. E poi c’è l’aerospazio e la finanza: serve un’agenzia per attirare gli investimenti». Anche Gualtieri pensa a una task force «per realizzare gli investimenti del Pnrr e per il Giubileo». Michetti rilancia il tema dei «poteri speciali, la città ha bisogno di risorse adeguate. La prima cosa è far ripartire le grandi infrastrutture, per la mobilità e il digitale. Abbiamo bisogno di una grande banca che si occupi di Roma e apra linee di credito per le imprese». Secondo Raggi «in realtà le industrie non fuggono più da Roma. Abbiamo sviluppato un piano di rigenerazione urbana con 100 progetti in corso. Abbiamo 340mila metri quadri di sviluppo, City Life a Milano ne sviluppa 180mila. E abbiamo aperto il Roma innovation hub». Come prima mossa, se rieletta, la sindaca convocherà «un tavolo operativo con tutte le forze delle città per fare il punto su quanto è stato fatto sul Pnrr, sul Giubileo del 2025 ed Expo 2030». Anche Raggi ha parlato dei poteri speciali: «Servono competenze ampliate, svincolate dal controllo della Regione, e risorse adeguate». Stoccata agli avversari: «Chi è stato in Parlamento, non ha fatto nulla».

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TRASPORTI

Calenda come prima mossa in tema di mobilità ha in mente una «revisione generale delle metro, anche oggi 2 fermate sono chiuse per le scale mobili». Sulla gestione delle partecipate come Atac, per il leader di Azione «il principio chiave è che le municipalizzate lavorano per il cittadino». Gualtieri ha nel cassetto «23 delibere per il piano trasporti, molto articolato, che punta non solo a rilanciare gli investimenti ma anche a modificare l’organizzazione della rete. A giugno arriverà una app integrata». Michetti ha promesso il bigliettaio a bordo dei bus. Quanto alle infrastrutture, pensa di prolungare «i tronconi metropolitani oltre il Gra. La linea D che oggi è solo un tratto di penna, torni ad essere cantierabile. Poi va chiuso l’anello ferroviario e riqualificata la Roma Lido». Raggi ha ricordato le «gare per realizzare 5 nuove linee di tram, già finanziate» e le «ulteriori gare» per le funivie, suo cavallo di battaglia dal 2016. 

 
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CITTÀ A MISURA DI DONNA

Al centro della discussione, la sicurezza, la città a misura di donna. Per Calenda, oggi «serve un piano che preveda centri antiviolenza, ne mancano 150. E una estensione degli asili nido, con un aumento del 20% e una distribuzione equa sul territorio. Prevediamo corsi di avvio alla lettura per bambini, utilizzando le piccole librerie oltre alle biblioteche». Dice Gualtieri: «C’è un grande tema di parità salariale, attueremo la legge regionale con meccanismi di premialità per tutte le imprese che la realizzano. Gli incarichi esterni? Devono essere sempre un uomo-una donna. Sui tempi di vita e di lavoro, il nostro modello è la città dei 15 minuti, con i servizi di prossimità. Infrastrutture sociali come gli asili nido, ma anche assistenza domiciliare». Per Michetti, «Roma mal si concilia con la donna, perché di frequente è madre, lavoratrice, spesso madre separata. Dovremmo fare in modo che gli asili nido garantiscano posti a tutti, che prolifichino gli asili aziendali nelle nostre partecipate. Ci sarà un albo delle tate e il parcheggio rosa per le donne in gravidanza». Raggi rimarca: «Sono la prima sindaca donna della Capitale in 2.700 anni. Abbiamo aperto un centro anti-violenza per municipio, 4 case di semi-autonomia, una casa rifugio e cinque di co-housing, triplicando i posti per le donne maltrattate. Non è sufficiente, raddoppieremo gli sforzi nel secondo mandato».

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IL BALLOTTAGGIO

Capitolo elezioni: tutti danno per scontato il secondo turno. E tutti escludono accordi. Gualtieri scandisce: «Non faremo patti al ballottaggio. Sono convinto che mi ritroverò con Michetti e chiederò agli elettori di Calenda e Raggi di sostenere la nostra proposta». Ma senza apparentamenti: «Abbiamo una coalizione larga che ha unito il centrosinistra. Non sarà un ballottaggio personale, ma sottolineeremo che la maggioranza di chi sostiene Michetti sono forze contro il governo Draghi, l’Europa e il Green pass». Anche Michetti esclude intese al secondo turno: «L’unico accordo che farò è con i romani - dice - Il voto si chiede a tutti, io sono di estrazione civica. La cosa che mi interessa è che i cittadini tornino a votare in maniera massiccia». Calenda annuncia che «se non dovessimo raggiungere il ballottaggio, non darò alcuna indicazione. A differenza dei miei avversari, ho solo una lista, civica, fatta al 70% di persone mai iscritte a un partito: non prenderò questo voto per consegnarlo a qualcun altro». Come Michetti, anche Raggi dice: «Io l’accordo l’ho fatto con i cittadini, in base al programma. Ho una coalizione civica che si contrappone a destra e sinistra». La grillina, che nell’ultima rilevazione Messaggero-Swg era quarta, è convinta: «I sondaggi mi danno in ascesa».

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