«Buonasera, un caffè». Immediatamente la signora alla cassa tira fuori il suo cellulare e risponda: «Sì, ma ce l'ha il Green pass?». Lo scannerizza e solo allora fa cenno al barista di procedere. E così per tutti gli altri clienti che entrano. Dal giorno di Natale il super Green pass è obbligatorio anche per le consumazioni al bancone di bar e ristoranti ma solo ieri c'è stato il vero banco di prova. Con molte persone che sono tornate al lavoro anche i bar si sono riempiti nuovamente. Dunque il caffè al banco è possibile solo per vaccinati o guariti, altrimenti si sta ai tavolini all'esterno o c'è l'asporto. Dagli esercizi commerciali dal centro a quelli delle periferie sono circa la metà quelli che controllano realmente la carta verde. Alcuni si giustificano pure. «Scusate, dobbiamo. Altrimenti ci multano». Ad altri invece basta solo la domanda: «Avete il Green pass?». Risposta: «Sì certo». Ma poi a questo non segue nessun controllo reale. Della serie famo a fidasse. Poi ci sono quelli che la carta verde la chiedono solo ai clienti non abituali. Altri invece non pongono nemmeno la domanda. Si entra nel bar, si ordina si paga e tanti saluti. In barba alla nuova ordinanza firmata il 23 dicembre. Questo accade specialmente nei locali del centro dove transitano tantissimi turisti e dove per assurdo il pugno dovrebbe essere più duro. E invece no.
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LAMENTELE E PROTESTE
Dopo questi primi giorni sono molte le proteste da parte degli esercenti che hanno riscontrato tantissime difficoltà: «È un caos. È impensabile che non dia problemi» racconta la titolare di un bar in zona Termini. «Molti sono in ferie e non c'è il pienone dei giorni normali, voglio vedere cosa succederà dopo le feste.