Soltanto Atac si ritroverà con un milione di euro in più al mese, contro i quasi sette garantiti da settembre fino a ieri. E dovrà fare i conti con un taglio consistente di risorse anche Cotral. Cioè i due vettori che meglio gestiscono il trasporto pubblico nella periferie di Roma, si sono ritrovati all'improvviso con pochissimi fondi per pagare le corse straordinarie, quelle affidate a società private e rese necessarie con lo scoppio del Covid per rispondere alle nuove esigenze di mobilità. E infatti si registrano già le prime riduzioni nelle tratte nei quadranti più esterni della Capitale.
Con la fine dello stato di emergenza, da oggi, cambiano molte regole su autobus e metro: la capienza a bordo torna al 100 per cento contro l'80 degli ultimi mesi; è obbligatorio solo il Green pass base e non quello rafforzato; non c'è più la catenella per separare autisti e passeggeri.
In servizio
In una nota via Prenestina spiega: «Rimarranno attive le intensificazioni di 12 linee, per circa 35 veicoli e 500 corse giornaliere, che servono le scuole lungo il loro normale percorso. Rimangono attive le corse dedicate agli istituti scolastici, delle quali 140 giornaliere erogate con 33 autobus sono affidate ai privati». Spiega Roberto Ricci, segretario regionale mobilità della Fit Cisl: «Per non indebolire il servizio nelle periferie, Atac dovrà a tornare corse oggi affidate all'esterno. Un aggravio di lavoro per Atac, alla quale mancano mezzi e personale. Non a caso stanno rallentando anche le assunzioni di 60 nuovi autisti, mentre ieri un altro controllore, una donna, è stata aggredita sul 61 mentre faceva il suo lavoro». Quali saranno gli effetti? Con la riduzione dello smart working e l'aumento dei prezzi della benzina, c'è chi scommette sull'aumento della domanda di Tpl. È vero che la capienza su autobus e metro torna al 100 per cento, ma per il servizio di superficie Atac ha disposizione poco più di 1.100 autobus mentre in metropolitana si sconta l'assenza dei convogli mandati in manutenzione. Qualcosa in più si capirà dalla prossima settimana, mentre gli enti coinvolti (Regione e Comune) sono ai ferri corti con il governo, perché attendono un decreto che li autorizzi a stanziare i fondi necessari per pagare le corse scolastiche straordinarie.