Sanità, il Lazio uscirà dal commissariamento: ma niente taglio Irpef

Sanità, il Lazio uscirà dal commissariamento: ma niente taglio Irpef
di Mauro Evangelisti
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Giovedì 30 Gennaio 2020, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 11:15

La sintesi è semplice: finisce il commissariamento della sanità del Lazio, non viene sospeso ancora il piano di rientro. Significa che ci sono buone notizie perché nella sanità laziale, al di là degli slogan, si torna ad assumere e a costruire nuovi ospedali; ma non c'è, ancora, l'auspicata riduzione dell'Irpef quella che, sia pure con esenzioni a diverse categorie di contribuenti, vale comunque lo 0,5 per cento sull'aliquota (varia a seconda del reddito tra l'1,73 e il 3,33, ma con una vasta casistica di sconti ad esempio per redditi bassi e famiglie numerose).

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NUMERI
Quello 0,5 vale, ma nel conto c'è anche l'Irap, circa 800 milioni di gettito maggiore, che nei bilanci di previsione, che ragionano spesso su base triennale, sono già stati impegnati. Ci sono investimenti sul fronte dell'edilizia sanitaria e sull'acquisto di strumentazioni più moderne che non consentono un taglio immediato dell'Irpef. Ufficialmente prevale la prudenza, perché è materia delicata e il terreno delle promesse che poi non vengono rispettate è scivoloso, ma negli uffici della Regione c'è chi spera di intervenire sull'Irpef comunque entro due o tre anni.

STRUTTURE
Discorso differente è quello delle assunzioni in arrivo negli ospedali romani. Certo, in passato ci sono stati sprechi, sacche di inefficienza, diffusione anomala in alcuni grandi ospedali degli inabili ai lavori pesanti. Ma è altrettanto vero che con il blocco del turnover che non consentiva di sostituire chi andava in pensione gli organici si sono ridotti e, soprattutto, l'età media di chi lavora in corsia è aumentata. Servono forze fresche e il piano, ora che l'uscita dal commissariamento ha ricevuto anche il via libera della Conferenza Stato Regioni, prevede l'assunzione, tra medici e infermieri, di almeno 1.200 unità ogni anno (anche se ovviamente prosegue l'uscita di chi va in pensione).
Questa cifra totale, va divisa tra circa 700 infermieri e dipendenti del comparto, e 500 medici. In totale, nel Lazio, i dipendenti della sanità sono 47.323. Dall'inizio del piano di rientro quella cifra è diminuita di almeno diecimila unità. L'obiettivo, entro la fine della legislatura, è di immettere in totale 5.000 tra infermieri e medici, puntando anche a 7.000 grazie ad alcune possibilità offerte dal nuovo patto della salute. Più dipendenti dovrebbero aiutare anche ad affrontare una delle piaghe della sanità laziale, le liste di attesa e l'affollamento dei pronto soccorso.
Altro fronte importante è quello dei nuovi ospedali, che vanno ad aggiungersi a quello appena inaugurato dei Castelli, che comunque è andato a sostituire strutture che sono state chiuse. In totale sono quattro gli ospedali che saranno costruiti, al quale si aggiunge quello di Amatrice che ovviamente però ha una storia differente, perché rientra nella ricostruzione del dopo terremoto.

TIBURTINA
L'ospedale più importante per Roma sarà quello della Tiburtina, che sorgerà sì nel territorio di Tivoli, ma andrà a servire parte del quadrante est della Capitale e realtà importanti come Guidonia.

In quanto tempo sarà pronto? Secondo Alessio D'Amato «almeno mille giorni, come è avvenuto per l'Ospedale dei Castelli». Tra i nuovi ospedali, ci saranno anche quelli del Golfo (Gaeta) e Rieti. Infine, l'uscita dal commissariamento è importante perché sancisce alcuni risultati raggiunti, almeno stando ai numeri: i Lea (livelli essenziali di assistenza, una sorta di pagella dei servizi offerti) nel 2010 avevano un punteggio di 122 (la sufficienza è a 160), nel 2018 si è arrivati a 190. Il tasso standardizzato di mortalità nel Lazio nel 2006 era a 10,2, nel 2016 è sceso a 8,5.

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