Far west a Roma, con matricole abrase e «in saldo»: l'escalation delle pistole illegali

Far west a Roma, con matricole abrase e «in saldo»: l'escalation delle pistole illegali
di Camilla Mozzetti
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Martedì 5 Marzo 2019, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 09:09
Dalle Colt Cobra alle Mauser fino alla classica Beretta per quanto riguarda le pistole: quasi tutte semiautomatiche, rubate o con matricola abrasa. Poi ci sono i fucili, molti dei quali con il marchio dell'azienda di Gardone Val Trompia ed altri prodotti dalla Bernardelli. Armi che sparano colpi veri e che non servono solo a spaventare malcapitati cittadini durante una rapina. Armi nascoste nei portabagagli delle auto, sotto ai materassi in appartamenti di periferia, occultate tra l'erba alta di qualche campo a Roma sud. Non serve la criminalità organizzata a dare forma al giro delle pistole e fucili illegali con annesse munizioni nella Capitale.
Anche i piccoli banditi, donne comprese, quelli che un tempo si chiamavano i ladruncoli di borgata e quelli che oggi spacciano droga in quartieri centrali come San Lorenzo fanno presto a recuperarne una. Senza spendere neanche cifre da capogiro ma tenendosi su due o tre piotte al massimo. Indagini passate raccontano anche di pistole volanti, quelle che si noleggiano e servono magari per una rapina e poi si riconsegnano.



I SEQUESTRI
Dall'inizio del 2019 i militari dei carabinieri ne hanno sequestrate molte, di queste armi illegali, la maggior parte in mano a pregiudicati o comunque a persone con precedenti soprattutto per traffico o spaccio di sostanze stupefacenti: quasi due operazioni alla settimana nel solo mese di febbraio durante i controlli antidroga hanno fatto venir fuori piccoli o medi arsenali all'Eur, a Tor Bella Monaca, a Ostia, a Castelverde.
La loro provenienza? Alcune delle pistole sequestrate dai militari dell'Arma avevano la matricola abrasa, molte invece sono risultate rubate con denunce dei titolari formalmente sporte nei mesi o negli anni scorsi anche perché non sono certo pochi coloro i quali posseggono regolarmente un'arma in città: solo nel 2017 circa 250 mila persone avevano un legittimo porto d'armi.
Per altri ferri come i fucili, invece, i regolari possessori erano anche morti addirittura nel 2005. Segno evidente che non servono i clan, i traffici illegali di armi provenienti per lo più dall'Est Europa che pur esistono e resistono ai controlli e alle operazioni delle forze dell'ordine, per descrivere un mercato attivo e reso florido anche dal commercio delle armi illegali su internet e nello specifico sul dark-web dove siti specializzati promettono spedizioni in tutto il mondo in 72 ore al massimo a costi tutt'altro che proibitivi.

PERDITA DEI REQUISITI
In un attimo poi ecco che diventa illegale anche un'arma regolarmente registrata il cui titolare però non solo non ha esibito i certificati medici per assicurarsi il rinnovo ma ha perso i requisiti morali per detenerla. Sono i dati del commissariato San Paolo a descrivere il fenomeno. Solo nello scorso anno gli agenti che coprono l'area della Magliana, di Corviale, del Trullo, hanno sequestrato 600 ferri e 10 mila munizioni. Nell'80% dei casi ovvero per 480 armi i titolari avevano perso i requisiti morali collezionando precedenti con la giustizia o frequentando dei pregiudicati.
In sostanza avevano cambiato la propria condizione rispetto a quella posseduta al momento del rilascio del titolo per il possesso di un'arma.
 
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