Chiude il benzinaio più caro d'Italia, Ip ritira la licenza ad Alfonso Centrone e gli fa causa: «Tutte falsità»

Centrone gestiva il distributore con la sua famiglia da oltre 30 anni in centro a Trani, in Puglia. I prezzi praticati ammontavano a 2,34 euro al litro la benzina e 2,44 euro il diesel

Chiude il benzianio più caro d'Italia, Ip ritira la licenza ad Alfonso Centrone e gli fa causa
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Giovedì 20 Aprile 2023, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 17:18

Alfonso Centrone, ribattezzato per sua stessa ammissione come il benzinaio più caro d'Italia, ha chiuso la sua pompa di benzina. Centrone gestiva il distributore con la sua famiglia da oltre 30 anni in centro a Trani, in Puglia. I prezzi praticati ammontavano a 2,34 euro al litro la benzina e 2,44 euro il diesel. La storia di Centrone è diventata virale grazie a un servizio di Telenorba condiviso su TikTok da un utente. Ma ora Ip ha ritirato la licenza all'uomo e ha deciso di fargli causa. 

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I costi

«Personalmente mi spiace - aveva dichiarato il benzinaio - io stesso non faccio benzina qui.

Il prezzo viene stabilito dalla compagnia, il mio guadagno è sempre di 3 centesimi: può anche aumentare a 50 euro euro il litro, il mio guadagno è sempre quello». Il distributore si trova in pieno centro a Trani, ma ormai da lui si rifornivano solo le auto dell'acquedotto e quelle forze dell'ordine, in virtù di una convenzione in vigore con l'amministrazione.

«Non ho la più pallida idea di come risolvere la situazione - ha detto -. Il costo lo abbiamo abbassato quando hanno tolto le accise ma sappiate che noi benzinai ci abbiamo rimesso soldi, le abbiamo anticipate noi e sono convinto di aver perso quei soldi». Centrone ha spiegato di aver provato in ogni modo ad abbassare il prezzo del carburante, ma non è mai riuscito a mettersi in contatto con la compagnia, ma la stessa azienda ha smentito anche quest'ultima affermazione. 

La nota di Ip

Riportiamo la nota della società IP

«Le affermazioni dei Signori Centrone sono smentite dai fatti. Di seguito facciamo luce su alcuni passaggi.

1. Alla Gestione del Punto Vendita venivano regolarmente riconosciuti i margini di gestione così come previsti dall'Accordo Sindacale vigente per la rete IP e quindi non i 3 centesimi litro dichiarati;

2. Alla Gestione compete determinare il prezzo praticato al pubblico. Nel caso di specie, la Gestione a decorrere dal 2019 ha deciso di non attuare le azioni promozionali previste dal precitato Accordo Sindacale ovvero quelle proposte da IP.

3. Il ricorso è stato presentato dalla IP in quanto la Gestione si è resa reiteratamente inadempiente con riferimento ai più basilari obblighi contrattuali».

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