Se l'erano promesse. L'appuntamento per la vendetta era stato lanciato fin da subito, il luogo l'estrema periferia Est di Roma, al Collatino, da dove almeno una delle bande del Pincio proveniva. E così è stato. Gli agenti del gruppo Spe (Sicurezza pubblica emergenziale) della Municipale stanno verificando da sabato sera i possibili collegamenti tra la maxi-rissa andata in scena nel pomeriggio nel parco archeologico a due passi dal centro commerciale di Lunghezza - che ha visto coinvolti un centinaio di ragazzini, tutti minorenni, addirittura di età inferiore ai 16 anni - e quella che il 5 dicembre scorso scoppiò sulla terrazza panoramica nel cuore della Capitale. Le immagini di quella scazzottata furibonda, senza mascherine, con tanto di strascichi sulla banchina della fermata Flaminio della metro A, fecero il giro d'Italia e indignarono per la sfrontatezza e la spregiudicatezza in piena pandemia Covid quando, oltretutto, è vietato qualsiasi assembramento.
IL PRECEDENTE
All'epoca i carabinieri di Roma Centro dopo avere identificato attraverso le telecamere e i fotogrammi catturati dai video condivisi sui social più gettonati dai giovanissimi, circa 300 persone, denunciarono per lesioni 4 adolescenti, tutti accusati di avere innescato la lite. Tra loro ragazzini residenti a Torre Maura e, appunto, al Collatino.
Allora come sabato, sono i social a finire sotto accusa.
L'ANALISI Il caso del video pubblicato e poi rimosso da Youtube ha avuto una
LE RICERCHE
Ai loro occhi gruppi di giovanissimi, tra le cinquanta e le cento persone, intenti a scambiarsi insulti e a picchiarsi, anche con cinte e bastoni. C'è stato un fuggi fuggi generale. Alcuni ragazzini, alcuni ancora studenti delle scuole medie, sono stati però fermati, identificati e riconsegnati ai genitori. L'intervento delle pattuglie ha evitato che accadesse il peggio e, al momento, non risultano feriti.
Stando ai primi accertamenti svolti dagli agenti dello Spe sembra che l'appuntamento con maxi-rissa finale sia partito tutto proprio dalle varie chat tra minori. I messaggi sono ora al vaglio degli investigatori che hanno già chiesto alla Questura i nominativi di tutti coloro che vennero contestualizzati al Pincio il 5 dicembre scorso ma anche in un altro paio di occasioni successive in cui si sfiorarono altri episodi simili. Indagini sono in corso anche sui social, alla ricerca di video e foto dello scontro da cui possano emergere i profili e le identità di altri volti già visti al Pincio. Il sospetto è che, essendo diventata super-presidiata l'area tra Villa Borghese e piazza del Popolo, le sfide lanciate sui social si siano trasferite in periferia, confidando in controlli minori.
Roma, nuova rissa al Pincio: botte tra minorenni, tutti senza mascherine
COME IN UN VIDEOGIOCO
Nella lente c'è un fenomeno tutto social per cui attraverso piattaforme come Instagram, TikTok, Telegram o Tellonym, vengono portati in strada centinaia di ragazzi invitati a prendere parte o solo ad assistere a una sorta di arena improntata a videogiochi come battle royale in cui vince chi sopravvive.
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