Roma, raid punitivo contro l’ex fidanzato: preso a colpi di martello

Una donna ha “reclutato” il fratello e il nuovo compagno per vendicarsi. Accusati di tentato omicidio, uno dei 3 è stato condannato a 10 mesi per lesioni

Roma, raid punitivo contro l’ex fidanzato: preso a colpi di martello
di Erika Chilelli
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Lunedì 6 Giugno 2022, 22:29 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 09:10

Una spedizione punitiva organizzata fin nei minimi dettagli per vendicarsi dell’ex compagno, accusato ingiustamente di aver rubato e bruciato una macchina. Secondo la ricostruzione della Procura di Roma, Rosanna B. avrebbe pianificato questo raid, coinvolgendo suo fratello Gabriele e il nuovo compagno, Ovidio Varacalli. Quest’ultimo, due settimane fa, è stato condannato dal Tribunale capitolino a 10 mesi di reclusione per lesioni, mentre i due fratelli sono imputati in un altro processo ancora in corso per tentato omicidio.

L’aggressione

I fatti risalgono al 5 agosto del 2017. La donna aveva studiato attentamente le abitudini e gli orari del suo ex compagno. E una sera, dopo averlo visto all’interno di una pizzeria in zona Ostiense (di cui era cliente abituale), avrebbe avvertito i due complici; i quali sono arrivati all’uscita del locale “armati” di un bastone al quale avevano applicato «un martelletto in plastica dura a doppia punta e con paletti di ferro». La vittima, che oggi ha 41 anni, è riuscita a fuggire dal locale, riparandosi in un garage, dove è rimasta rintanata per più di mezz’ora, cercando di evitare l’assedio. Nel frattempo ha chiamato i carabinieri. 
Ovidio Varacalli e Gabriele B.

sono riusciti lo stesso a raggiungere l’uomo, «colpendolo violentemente e reiteratamente al capo e alla testa», spiega il capo di imputazione. Il bastone al quale era stato applicato un frangi-vetro per auto era infatti particolarmente appuntito e ha causato all’uomo diverse ferite profonde e un trauma cranico. Solo il tempestivo intervento dei militari dell’Arma, che hanno tratto in arresto i due uomini, è riuscito a fermare la violenta aggressione.

L’accusa

Secondo la ricostruzione fatta inizialmente dalla Procura, la spedizione punitiva era volta «in modo non equivoco a cagionare la morte» della vittima. La sua ex, con la quale aveva intrattenuto una breve relazione sentimentale (conclusasi con aspri contrasti), non aveva partecipato attivamente al pestaggio, ma era presente sul posto e aveva avvisato i complici di aver scovato la vittima nella pizzeria. Per l’accusa la donna avrebbe fornito il suo «concorso morale» nel tentato omicidio, «agendo con premeditazione» e grazie al «concorso materiale» di suo fratello e del nuovo compagno.

Il processo

I tre imputati sono stati processati separatamente, con l’accusa di tentato omicidio premeditato. A Varacalli, 57 anni, erano contestate anche la calunnia e la detenzione di oggetti atti ad offendere. L’uomo, infatti, dopo essere stato condotto presso il carcere di Regina Coeli, ha sporto una denuncia nei confronti della vittima, incolpandola di averlo attaccato per primo con un bastone in ferro chiodato, causandogli delle ferite, «con il fine di procurare l’impunità per il reato a se stesso e agli imputati». Ipotesi smentita dalle prove fornite in dibattimento, tra cui la testimonianza della parte offesa, tabulati telefonici e i rilievi tecnici fatti sul luogo. 

La condanna

Il pubblico ministero, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna a 4 anni per Varacalli. Pur avendo precisato che si è trattato di una spedizione punitiva, ha riqualificato l’accusa principale da tentato omicidio a lesione aggravata. Il Tribunale ha accolto questa impostazione: ha condannato l’imputato a 10 mesi di reclusione, con sospensione della pena, e disposto la confisca e la distruzione dell’arma utilizzata. 

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